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2025 Executive Summary - Ordine Dei GiornalistiOrdine Dei Giornalisti

Ordine dei Giornalisti - Consiglio Nazionale

2025 Executive Summary

15/02/2025

immagine realizzata con IA Midjourney

“LA RILEVANZA”

REPORT 2025

Executive Summary

Antonio Rossano
Giornalista, coordinatore progetto Osservatorio sul giornalismo digitale

Introduzione

In questi tre anni di lavoro, analisi e studio, abbiamo analizzato molte e sostanziali problematiche inerenti l’evoluzione del giornalismo, i suoi cambiamenti, la sua stessa possibilità di resilienza.

Ci siamo resi conto che ognuna di queste “variabili”, assunta singolarmente, dalla crisi dei modelli economici, alle rivoluzionarie implementazioni tecnologiche che stanno caratterizzando questi ultimi anni, alla disintermediazione, ai cambiamenti sociali determinati dal vivere in un’infosfera digitale, poneva delle criticità anche strutturali ma, nello stesso tempo, era sempre almeno ipotizzabile una soluzione specifica o contingente.

Tuttavia, il sommarsi e sovrapporsi di tutti questi elementi ha generato un collasso sistemico che coinvolge tutti gli aspetti cruciali del giornalismo, dalla produzione di contenuti alla sua sostenibilità economica al sostanziale calo di fiducia dei lettori, creando un quadro complesso di incertezze che, inevitabilmente si “specchiano” nella società, mettendo in discussione la stessa funzione sociale del giornalismo, ahimè non più percepito come “cane da guardia della democrazia”.

Il problema principale per il giornalismo risiede nella sua incapacità di rimanere rilevante in una società in continua evoluzione, caratterizzata da trasformazioni tecnologiche, economiche e culturali che hanno radicalmente modificato il modo in cui le persone accedono, consumano e interagiscono con l’informazione.

Su questa dimensione della “rilevanza”, come risultato di un processo di disruption, abbiamo deciso di concentrare la nostra attenzione per costruire un quadro complessivo che possa almeno rendere “leggibili” questi fenomeni, analizzandoli secondo vari aspetti ed angolazioni.

Abbiamo pertanto coinvolto quelli che nei media e nei giornali scrivono, lavorano ogni giorno, dirigono, misurandone palmo a palmo i confini e “sentendone” l’affanno e la fatica, tra questi, Luca De Biase, Riccardo Sorrentino, Elena Golino, Marco Pratellesi, Gabriel Kahn, Andrea Garibaldi. Ciascuno per le sue competenze, ciascuno con una sua visione del mondo.

Con questo stesso criterio di competenza, nella sezione degli “Approfondimenti tematici”, abbiamo poi analizzato alcune delle criticità individuate, con esperti ed accademici che studiano queste tematiche, come Walter Quattrociocchi, Ginevra Cerrina Feroni, Lelio Simi, Deborah Bianchi, Paolo Cagnan.

Questo non è un documento di sintesi, non è una survey o una raccolta di dati, ma un insieme di analisi da leggere, senza fretta e senza cercare un’introvabile soluzione dei problemi, per formare, nella complessità, un’idea, una mappa, qualcosa che al The Guardian chiamavano “the whole picture”.

Non potevamo aggiungerci, con mezzi impropri, all’insieme dei report e delle ricerche esistenti, di grande valore ed autorevole provenienza, basate fondamentalmente su elementi quantitativi, sebbene proprio questi elementi, già disponibili, hanno fornito dati preziosi per le analisi dei nostri esperti.

Nondimeno, come Ordine, abbiamo sentito la necessità di intervistare i giornalisti sui temi dell’Intelligenza artificiale, in un progetto coordinato dall’Università LUMSA, i cui risultati saranno presentati nelle prossime settimane.

Punti chiave

Crisi di rilevanza e perdita di fiducia

Negli ultimi vent’anni il giornalismo tradizionale ha subìto un profondo mutamento, segnato dal passaggio dal mondo analogico a quello digitale. Il modello dei quotidiani, un tempo basato sulla scarsità dello spazio fisico e su ricavi pubblicitari robusti, si è progressivamente impoverito a favore di piattaforme digitali capaci di raccogliere l’attenzione del pubblico e di generare profitti enormi. Il passaggio al digitale ha comportato un costante calo dei ricavi pubblicitari e una contrazione della base di lettori, riducendo risorse ed energie disponibili con inevitabili conseguenze relative alla qualità dell’informazione prodotta, fenomeni che hanno determinato una crisi di fiducia nei confronti dei media tradizionali.

I consumatori, ormai abituati a consumare informazioni in maniera frammentata e spesso emotivamente orientata, tendono a evitare le notizie tradizionali, abbandonando i quotidiani e i news media a un declino sistemico. Le dinamiche dei social media, che privilegiano la rapidità e l’immediatezza delle reazioni, hanno ulteriormente eroso il ruolo dei media storici, sostituendo la tradizionale autorevolezza del giornalismo con forme di intrattenimento e narrazione emotiva. Questa crisi non è soltanto economica, ma anche e soprattutto culturale, poiché la funzione di informare in maniera rigorosa e verificata viene progressivamente messa in ombra da algoritmi che amplificano contenuti capaci di suscitare forti reazioni emotive e dal trasformarsi delle notizie in elementi conversazionali.

L’intelligenza artificiale: opportunità e rischi
Un tema centrale del Report è rappresentato dall’impatto dell’intelligenza artificiale sui processi redazionali. Le tecnologie IA, soprattutto quelle generative, offrono la possibilità di automatizzare compiti ripetitivi, velocizzare la produzione di notizie e personalizzare i contenuti in base alle preferenze degli utenti. Da un lato, l’IA rappresenta uno strumento di potenziamento, in grado di liberare i giornalisti dalle attività più meccaniche, permettendo loro di concentrarsi su analisi più approfondite e sulla ricerca della verità; dall’altro, esiste il rischio concreto che l’adozione indiscriminata degli algoritmi possa portare a una standardizzazione dei contenuti, a una perdita di quel “tocco” critico che caratterizza il lavoro giornalistico e, in ultima analisi, a una sostituzione del giudizio umano. Un ulteriore aspetto critico riguarda gli accordi stipulati con le aziende tecnologiche per l’utilizzo dei contenuti editoriali. Tali accordi, seppur in apparenza consistenti, generano per gli editori introiti trascurabili – intorno all’1% del fatturato totale – rendendo evidente la necessità di rivedere i modelli di licenza e di intraprendere battaglie legali per salvaguardare i diritti d’autore.

Aspetti giuridici e deontologici
La trasformazione digitale ha avuto anche ripercussioni significative sul piano etico e giuridico. Con l’abbandono dei tradizionali sistemi di fact-checking a favore di soluzioni economiche come le “community notes”, le piattaforme digitali mettono a rischio la qualità dell’informazione, favorendo la diffusione di contenuti non sempre verificati. Per contrastare questo fenomeno, le nuove normative europee – quali il Digital Services Act e l’AI Act – e il nuovo Codice deontologico dei giornalisti si propongono di stabilire confini chiari tra libertà di espressione e responsabilità editoriale. In tale contesto, è fondamentale che l’intelligenza artificiale sia impiegata come strumento ausiliario, senza sottrarre al giornalista la responsabilità critica di verificare e interpretare i fatti. In ambiti sensibili, di fatto e nella percezione pubblica, come ad esempio la cronaca giudiziaria, è essenziale mantenere un rigore metodologico che eviti il rischio di una “giustizia parallela”, in cui la narrazione mediatica rischia di influenzare in maniera distorta il processo legale.

Formazione e coinvolgimento delle nuove generazioni
Un aspetto fondamentale per il futuro del giornalismo riguarda la necessità di riconnettere il pubblico con la qualità dell’informazione attraverso interventi formativi mirati. Le iniziative rivolte alle scuole, che coinvolgono attività didattiche, concorsi e incontri diretti con giornalisti, hanno l’obiettivo di trasmettere ai giovani i valori etici e deontologici della professione. Queste attività mirano a contrastare la diffusione di fake news e a promuovere una cultura dell’informazione basata sulla verifica e sulla trasparenza, offrendo ai giovani strumenti per discernere tra notizie di qualità e contenuti manipolatori. La formazione, in questo contesto, diventa lo strumento per invertire il trend di disaffezione e per costruire una nuova generazione di lettori e professionisti consapevoli e critici.

Nuovi modelli di business e strategie di sostenibilità
Il declino dei modelli economici tradizionali impone un ripensamento radicale delle strategie di monetizzazione nel mondo del giornalismo. L’industria dei quotidiani, in particolare in Italia, si trova a dover fronteggiare una contrazione costante delle vendite cartacee, accompagnata da un incremento dei ricavi digitali che però non riescono a compensare il calo globale. La frammentazione del mercato e la predominanza di modelli basati sull’engagement pubblicitario spingono verso la necessità di adottare nuove strategie di abbonamento, paywall dinamici e modelli di affiliazione che possano garantire una sostenibilità economica a lungo termine. È essenziale che i media riescano a trovare un equilibrio tra il mantenimento della qualità dell’informazione e l’innovazione economica, evitando di trasformare il giornalismo in un mero prodotto di consumo che si basa esclusivamente su numeri e clic.

Riflessioni sul futuro
Nonostante il quadro attuale sembri dominato da crisi e contraddizioni, esistono possibilità per il futuro del giornalismo.

È indispensabile avere la capacità di innovare, integrando le nuove tecnologie con un approccio critico e metodologicamente rigoroso. Alcuni esempi di successo, come la narrazione multimediale adottata da testate internazionali  o inchieste giornalistiche che hanno utilizzato strumenti artificiali di analisi dei dati, hanno ottenuto riconoscimenti prestigiosi, dimostrando che il giornalismo può reinventarsi e riconquistare l’attenzione e la fiducia del pubblico.

In questo processo, l’integrazione equilibrata dell’intelligenza artificiale – per potenziare, anziché sostituire, il lavoro dei giornalisti – e la riscoperta dei valori fondamentali della professione rappresentano i pilastri su cui si fonda una possibile rinascita. È necessario che tutti gli attori del settore – giornalisti, editori, istituzioni e cittadini – collaborino per creare un ecosistema mediatico più pluralista, trasparente e orientato alla qualità, capace di sostenere la funzione essenziale dell’informazione in una società democratica e in continua evoluzione.

 

ANTONIO ROSSANO

Antonio Rossano, giornalista, è presidente di Media Studies, ente non profit che si occupa dell’analisi e divulgazione delle tematiche inerenti i media ed amministratore di Interskills, società che si occupa di comunicazione digitale e formazione.
Ha scritto e scrive per varie testate, enti e siti, tra cui L’Espresso, Repubblica, Regione Ticino, LSDI, Wired.

Ha insegnato di tematiche relative al giornalismo in vari Master e collabora, in qualità di docente, con l’Ordine dei Giornalisti per la formazione degli iscritti.

Consulente per il digitale dell’Ordine dei Giornalisti di cui coordina il progetto «Osservatorio sul giornalismo digitale» è membro del comitato scientifico della Fondazione Murialdi sul giornalismo italiano.

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