Il Consiglio nazionale dell’Ordine ha approvato all’unanimità il progetto “L’antisemitismo di carta. Per una storia dei giornalisti ebrei radiati dall’Albo professionale dal fascismo” a cura del professor Enrico Serventi Longhi, che è intervenuto in aula per presentarlo. “Giornalisti non solo cancellati dall’albo ma discriminati, privati del lavoro, perseguitati, deportati e almeno quattro di loro uccisi nei campi di concentramento- ha commentato il professor Serventi Longhi- l’idea è quella di costruire un progetto interregionale che coinvolga più aree che hanno avuto fisicamente vittime tra i giornalisti. Storie straordinarie che hanno interessato molto anche le comunità ebraiche diffuse in tutta Italia, e che attraverso i loro istituti, parteciperanno al progetto. Saranno coinvolti nel piano di ricerca 5 ricercatori e ricercatrici che lavoreranno coordinati da me, che lavoro a Roma Tre, e che vedranno coinvolti anche altri colleghi di altre Università. Il progetto entro un anno concluderà i suoi lavori attraverso la ricerca nelle carte delle istituzioni ebraiche, negli archivi regionali e in quello centrale di Stato, ricostruendo la pratica discriminatoria nei confronti di questi giornalisti. Nei successivi 6 mesi si provvederà a comporre il volume, con l’apporto di saggi dall’ alto valore scientifico. Accompagneremo la dimensione della memoria sulla Shoa, riflettendo anche sulle colpe e sui pregi dell’Universo giornalistico e della società italiana nel suo complesso, che in qualche modo si svegliò dal torpore dei 20 di regime scoprendolo razzista. E di fronte alla rivendicazione fatta a Trieste nel 1938 da Benito Mussolini della consequenzialità tra l’ideologia fascista con le leggi razziali e dell’importanza del giornalismo come strumento per affermare in termini di propaganda e di costruzione del consenso, un piano che trovò la sua applicazione proprio sulla pelle delle giornaliste e dei giornalisti. Noi a livello accademico, per tutti questi motivi, auspichiamo che questa ricerca possa essere sostenuta” .
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