Il Pontefice invoca una informazione pulita, onesta e completa. “Non basta vivere connessi, l’ambiente digitale aiuta la cultura dell’incontro?”
L’informazione deve essere pulita, onesta, completa. E’ quanto auspica papa Francesco che è tornato a stigmatizzare il mondo delle fake news. Lo ha fatto in un incontro con i Paolini sabato 18 giugno. “Se noi prendiamo i mezzi di comunicazione di oggi – ha detto Bergoglio – manca pulizia, manca onestà, manca completezza. La disinformazione è all’ordine del giorno: si dice una cosa ma se ne nascondono tante altre”. Il Pontefice auspica invece una comunicazione “nitida, chiara”. Francesco ha sottolineato la necessità di “redimere la comunicazione dallo stato in cui è oggi, nelle mani di tutto un mondo di comunicazione che o dice la metà, o una parte calunnia l’altra, o una parte diffama l’altra, o una parte sul vassoio offre degli scandali perché alla gente piace mangiare scandali, cioè mangiare sporcizia. Non è vero? È così”. Se segue questi schemi la comunicazione “diventa un pasto indigesto, sporco, non pulito. La vostra vocazione – ha detto ai religiosi – è che la comunicazione sia fatta pulita, chiara, semplice”. “Sempre ci sono difficoltà nel comunicare bene, e nella comunicazione c’è sempre anche qualche pericolo di trasformare la realtà. Uno racconta, comunica all’altro questo, questo lo comunica a questo, a quell’altro e quell’altro e a giro, quando torna, è come Cappuccetto rosso, che incomincia con il lupo che vuole mangiare Cappuccetto rosso e finisce con Cappuccetto rosso e la nonna che mangiano il lupo. No, non va la cosa! Una brutta comunicazione deforma la realtà”, ha detto ancora il Pontefice sottolineando tuttavia l’importanza della comunicazione. Il Pontefice ha poi svolto una riflessione sui social e sul mondo iper-connesso: “Dopo i primi tempi di euforia per le novità tecnologiche, siamo consapevoli che non basta vivere ‘in rete’ o ‘connessi’, bisogna vedere fino a che punto la nostra comunicazione, arricchita dall’ambiente digitale, effettivamente crea ponti e contribuisce alla costruzione della cultura dell’incontro”.
Fonte ANSA