Se n’è andato all’età di 93 anni Angelo GUGLIELMI, in assoluto uno dei migliori direttori di rete della storia della televisione italiana. Oltre che dirigente, fu critico letterario, saggista e giornalista. Originario di Arona, in provincia di Novara, dove era nato il 2 aprile del 1929, entrò in Rai nel 1955 e diresse Rai3 dal 1987 al 1994, dando vita a una rete coraggiosa, audace e innovativa e creando quella che è stata battezzata la tv della realtà. La sua terza rete era una “rete spettinata” come la definì Bruno Voglino, suo stretto collaboratore. Guglielmi era soprattutto un intellettuale, un critico letterario raffinato (era stato esponente del gruppo 63 con Eco, Manganelli, Arbasino e Sanguinetti, per citarne alcuni). Tutti si aspettavano con la sua direzione una tv attenta ai temi culturali, ignorati dalle altre reti, ma in realtà non fu solo così. Guglielmi rinnovò l’immagine di Rai tre con programmi come “Chi l’ha visto?”, “Un giorno in pretura”, “Samarcanda”, “Telefono giallo”, “Blob” e con i programmi di satira irriverente con Serena Dandini, Corrado Guzzanti, Piero Chiambretti.  Spesso amava citare Pier Paolo Pasolini: «Raccontare la realtà attraverso la realtà» e teorizzava che la televisione è essa stessa un linguaggio e “non un contenitore di linguaggi”come era stata fino al suo arrivo alla direzione della rete.  Grazie alla sua cultura e al suo patrimonio di conoscenze, la sua tv è stata un luogo di incroci linguistici, una fucina di anticonformistiche sperimentazioni, una tv coraggiosa che andava per le strade e cercava di rappresentare la realtà così com’era. Da parte del Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti, giungano le più sentite condoglianze alla famiglia.

 

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