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L'Ordine può autoregolamentarsi, servono gli strumenti - Ordine Dei GiornalistiOrdine Dei Giornalisti

Ordine dei Giornalisti - Consiglio Nazionale

L’Ordine può autoregolamentarsi, servono gli strumenti

22/01/2023

A Venezia il convegno di apertura degli eventi dedicati ai 60 anni dall’Istituzione dell’Ordine con un ricordo del suo primo presidente Guido Gonella

 

“I valori del giornalismo e la sfida dell’informazione” a sessant’anni dall’istituzione dell’Ordine, sono stati al centro dell’evento organizzato a Venezia alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, dal Consiglio nazionale dei giornalisti L’iniziativa è stata l’occasione per ricordare il suo primo presidente, il veronese Guido Gonella, e per riflettere sulla legge istitutiva n.69 del 3 febbraio 1963.

Dopo l’introduzione di Gianluca Amadori, membro dell’Esecutivo dell’Ordine nazionale dei giornalisti, è intervenuto per i saluti il presidente Carlo Bartoli, che ha ricordato come a distanza di 60 anni sia giunto il momento di riflettere su ciò che c’è da salvare ma soprattutto su ciò che si dovrebbe cambiare della legge istitutiva. Ed ha aggiunto, in relazione alle recenti polemiche sulle intercettazioni, che dovremmo rifuggire dall’illusione che tutto possa essere regolato mediante una legge.

“L’equilibrio – ha detto Bartoli – si trova dando responsabilità e strumenti all’Ordine, che ha in sé la capacità di autoregolamentarsi”. Per il presidente dell’Ordine della legge sono da salvare i principi, l’etica, la deontologia e la formazione continua; da cambiare invece alcune parti ormai desuete. “Occorre che l’Ordine – ha ribadito Bartoli – affronti le nuove realtà del giornalismo, cambiando le regole di accesso alla professione”. Un concetto ripreso anche dal Presidente emerito della Corte Costituzionale Ugo De Siervo che ha ricordato come lo stesso Gonella aveva scritto che negli stati democratici possono e devono esistere forme di autoregolamentazione, “fondamentali – ha sottolineato De Siervo –  per tutelare i principi costituzionali della libertà di stampa”.

“Sull’Ordine nessuno avanza  più questioni di legittimità – ha aggiunto il professor Maurizio Pedrazza Gorlero, giurista e costituzionalista – perché l’importanza della qualificazione del soggetto che fa informazione ha ceduto il passo alla centralità della funzione dell’informazione stessa. Gonella ci ha fornito uno strumento che ci ha fatto comprendere l’importanza del giornalismo”. Piuttosto, il mancato aggiornamento del testo in questi decenni è stato colmato, con tutti i suoi limiti, dalla giurisprudenza.

Il direttore Ferruccio De Bortoli, collegato da remoto, si è detto dispiaciuto dell’assenza del Ministro della Giustizia  Carlo Nordio. “Avrei voluto chiedergli il perché di questa totale sfiducia nel grado di preparazione dei giornalisti professionisti – ha detto – come se fossimo noi gli autori di una manipolazione che attenta alla democrazia. Sembra che i cittadini siano immaturi per ricevere informazioni vagliate da giornalisti che rispettano le regole deontologiche”. “Nel combattere le fake news – ha aggiunto – non dobbiamo limitare la libertà di informazione, concedendo allo Stato poteri censori, ma smascherarle con la trasparenza del pluralismo informativo, altrimenti si limitano gli anticorpi della democrazia”.

Nell’era dell’intelligenza artificiale c’è la necessità di garantire la trasparenza degli algoritmi, ha sostenuto Luca de Biase. Il giornalista, esperto di nuove tecnologie, ha spiegato come l’informazione digitale stia vivendo, dopo il boom iniziale, un’inversione di marcia per cui i giornalisti “epistemologi dell’informazione” stanno riconquistando credibilità e attenzione con contenuti di qualità. Per De Biase internet è un “bene comune” e ipotizza che la prossima fase sia costituita dalla fioritura di una pluralità di fonti di informazione digitale.

L’evento, patrocinato dalla Regione Veneto e dal Comune di Venezia, ha visto anche gli interventi del Presidente del Consiglio Regionale Veneto Roberto Ciambetti, del presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti Giuliano Gargano.

Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione nazionale della stampa, e Monica Andolfato, segretaria del Sindacato dei giornalisti del Veneto, nei loro interventi hanno ricordato le grandi responsabilità che le regole d’ingaggio hanno nell’impoverimento del mercato del lavoro.

“Occorre vigilare – ha ribadito Giulietti – quello che mi preoccupa sono le parole non dette. Perché le dichiarazioni della politica di questi giorni sulle norme sulle intercettazioni non sono accompagnate da parole contro le querele bavaglio e a favore della tutela delle fonti e del segreto professionale?”

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