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Caso Regeni: il Gup invia gli atti del processo alla Consulta - Ordine Dei GiornalistiOrdine Dei Giornalisti

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Caso Regeni: il Gup invia gli atti del processo alla Consulta

31/05/2023

Accolta la richiesta della Procura volta a  sbloccare lo stallo in cui versa il procedimento. I genitori di Giulio: «C’è una speranza in più». A sostenerli, fuori dal tribunale, il sit-in della ‘scorta mediatica’ e del popolo giallo.

 

 

Accogliendo la richiesta del procuratore capo Francesco Lo Voi e dell’aggiunto Sergio Colaiocco, il Gup Roberto Ranazzi, ha inviato alla Consulta  gli atti che riguardano la questione dell’assenza degli imputati che da anni ha provocato una situazione di completo stallo nel processo. Gli imputati sono quattro agenti dei servizi segreti egiziani: il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi e Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, accusati a vario titolo di sequestro di persona pluriaggravato, lesioni aggravate e concorso in omicidio aggravato.

La procura di Roma aveva sollevato la questione di costituzionalità dell’articolo 420 bis nella parte in cui prevede che l’assenza di conoscenza del processo da parte dell’imputato derivi dalla mancata attivazione della cooperazione dello Stato estero. Per il gup la questione sollevata dalla Procura, in tema di assenza degli imputati, è «rilevante e non costituzionalmente infondata». In particolare la Corte costituzionale dovrà decidere sull’articolo così come modificato dalla riforma Cartabia nella parte in cui non prevede che si possa procedere in assenza dell’accusato “nei casi in cui la formale mancata conoscenza del procedimento dipenda dalla mancata assistenza giudiziaria da parte dello Stato di appartenenza o residenza dell’accusato stesso”.
La scelta delle Autorità egiziane «di sottrarre i propri cittadini alla Giurisdizione italiana e all’accertamento delle responsabilità, è una scelta anti-democratica, autoritaria che di fatto crea in Italia, Paese che si ispira ai principi democratici e di eguaglianza, una disparità di trattamento rispetto ai cittadini italiani e ai cittadini stranieri di altri Paesi, che in casi analoghi verrebbero processati», si legge nell’ordinanza con cui si stabilisce di inviare gli atti alla Corte costituzionale.

«C’è una speranza in più e speriamo sia la volta definitiva e che venga sancito che questo processo si può e si deve fare. Ci auguriamo che il “popolo giallo” e la “scorta mediatica” stiano con noi con le antenne dritte», il commento dell’avvocata Alessandra Ballerini, legale della famiglia Regeni, al termine dell’udienza preliminare.

Prima di entrare in tribunale, Ballerini e i genitori di Giulio si sono fermati al sit-in promosso in concomitanza con la discussione in aula al quale erano presenti, fra gli altri, Pif, l’ex presidente della Camera Roberto Fico, il Presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli con la Segretaria Paola Spadari, il Presidente dell’FNSI Vittorio di Trapani, Beppe Giulietti ed Elisa Marincola dell’Associazione Articolo21 e rappresentanti del collettivo Giulio siamo noi.

 

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