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Dibattito in Cassazione, la presidente Cassano: servono uffici stampa nei tribunali - Ordine Dei GiornalistiOrdine Dei Giornalisti

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Dibattito in Cassazione, la presidente Cassano: servono uffici stampa nei tribunali

19/03/2024

Tavola rotonda promossa dalla Formazione magistrati e condotta dall’Ordine dei giornalisti                                  

 

“Dobbiamo far comprendere meglio ai cittadini il lavoro che svolgiamo e per questo abbiamo bisogno di professionisti dell’informazione. Ritengo che  la magistratura debba dotarsi di veri e propri uffici stampa composti da giornalisti, a partire dalla Corte di Cassazione e dalle Corti d’Appello per arrivare anche a tutti i Tribunali.” Lo ha affermato la prima Presidente della Suprema Corte di Cassazione Margherita Cassano nel corso della tavola rotonda, coordinata dal vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti Angelo Baiguini, sul tema “Comunicazione e giustizia. Quali prospettive per la formazione degli operatori del diritto” svoltosi il 18 marzo a Roma presso il Palazzo della Cassazione. “C’è tanto da spiegare del nostro lavoro – ha aggiunto Cassano – pensiamo, ad esempio, a come meglio illustrare le Motivazioni delle sentenze che necessitano di terminologie molto tecniche per addetti ai lavori, ma che sarebbe utile anche comunicare in forma  sintetica e semplificata per il grande pubblico almeno nei punti fondamentali.”

Il dibattito è stato promosso dalla Scuola Superiore di Magistratura ed è stata l’occasione per illustrare il volume omonimo “Comunicazione e Giustizia” realizzato con la collaborazione del Consiglio Superiore della Magistratura e del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti con il consigliere Gianluca Amadori nell’apposito gruppo di lavoro.

Oltre a Cassano e Baiguini hanno partecipato Luigi Salvato, Procuratore generale della Corte Suprema di Cassazione; Francesco Greco, Presidente del Consiglio Nazionale Forense; Edmondo Bruti Liberati, già Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano; Federigo Bambi, Professore associato di storia del diritto medievale e moderno presso il Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università di Firenze.

L’appuntamento è stato presentato da  Gianluigi Pratola, componente della Formazione decentrata presso la Corte Suprema di Cassazione, e introdotto da  Giorgio Lattanzi, Presidente emerito della Corte Costituzionale.

La Presidente Margherita Cassano si è soffermata anche sul tema dell’eccesso di produzione di leggi in Italia e sullo spostamento progressivo dal Parlamento all’Esecutivo dell’azione legislativa con un  calo della qualità dei testi,  in particolare nel coordinamento tra nuove leggi e norme preesistenti.

Angelo Baiguini ha sottolineato l’importanza del confronto: “siamo consapevoli dell’importanza del ruolo che tutti noi svolgiamo, abbiamo fatto un percorso comune e, al contrario di chi vorrebbe scavare un solco fra giornalisti e magistratura, riteniamo utile rafforzare la cooperazione fra diverse categorie.”

Il Procuratore generale Luigi Salvato si è concentrato sul cuore della comunicazione istituzionale.  “Il giudice parla attraverso la Motivazione – ha sottolineato – ma c’è il rischio di deviazione del processo la cui verità deve formarsi solo ‘nel’ processo e non nei media. La narrazione del processo deve comunque essere fatta solo da professionisti dell’informazione; abbiamo, invece, un problema su quanto circola sui social media e sul web.”

Bruti Liberati ha illustrato i principi fondamentali per la comunicazione dei magistrati: “Primo – ha detto –  comunicare è fondamentale ma il giudice risponde solo alla legge e non alla opinione pubblica. Secondo:  non farsi prendere dal protagonismo. Terzo:  svolgere il proprio ruolo con discrezione  e sobrietà, atteggiamento che crea fiducia con i cittadini.”

Il presidente del CNF Francesco Greco ha proposta la creazione di una carta etica di principi comuni tra  avvocati, giornalisti e magistrati. “Spesso  esponenti di tutte e tre le categorie non rispettano i rispettivi doveri deontologiche. Sarebbe utile, quindi,  scrivere insieme dei principi comuni e condivisi.” Proposta che però non ha trovato riscontro negli esponenti della magistratura partecipanti alla discussione.

Infine il professor Bambi, esperto linguista, si è soffermato sulla necessità di utilizzare un linguaggio chiaro ed accessibile, dosando con cura termini tecnici e  semplicità di esposizione.

 

 

 

 

 

 

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