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Diffamazione, perché non piace il ddl Caliendo - Ordine Dei GiornalistiOrdine Dei Giornalisti

Ordine dei Giornalisti - Consiglio Nazionale

Diffamazione, perché non piace il ddl Caliendo

30/01/2020

Il parere di Ossigeno sulla proposta di legge in discussione alla Commissione Giustizia del Senato che FNSI e FIEG hanno definito liberticida.

La posizione di Ossigeno è condivisa dal Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna.

Il 21 gennaio 2020, a Palazzo Madama, nel corso di una conferenza stampa congiunta, la FNSI e la FIEG hanno chiesto profonde modifiche al disegno legge proposto il 28 settembre 2018 dal senatore Giacomo Caliendo in materia di diffamazione a mezzo stampa e attualmente in discussione alla Commissione Giustizia del Senato (leggi il testo). A destare preoccupazione è stata la presentazione di alcuni emendamenti che peggiorano il testo iniziale.
«Se questo ddl fosse approvato – ha affermato il segretario della FNSI, Lorusso – sarebbero introdotte pesanti restrizioni alla libertà di stampa, alla libertà di espressione e al diritto di cronaca, con l’unico effetto di produrre altre condanne dell’Italia in sede europea». Lorusso ha aggiunto che “Il disegno di legge sulla riforma della diffamazione, in discussione in Commissione al Senato, punta a colpire sia gli editori, con un inaccettabile inasprimento delle pene pecuniarie, sia i giornalisti, dei quali si vuole limitare la libertà”.

Il vice presidente della Federazione degli Editori, Francesco Dini, ha affermato che “per sfuggire al modello Erdogan ci stiamo avvicinando al modello polacco e ungherese. Così le aziende editoriali non possono lavorare”

Sul testo del ddl Caliendo, Ossigeno per l’Informazione ha fornito alle autorità internazionali che ne hanno fatto richiesta il seguente parere.

Nel complesso, l’osservatorio Ossigeno per l’Informazione condivide il giudizio negativo di FNSI e FIEG sul disegno di legge Caliendo, poiché esso ripropone sostanzialmente il testo della proposta di legge di iniziativa dell’onorevole Costa, discussa dal Parlamento nella precedente legislatura. 

Questa proposta di legge, come quella precedente di Costa, insieme all’abolizione del carcere per diffamazione a mezzo stampa e altre norme positive, contiene misure gravemente lesive della libertà di stampa. 

Nella scorsa legislatura, la proposta Costa è stata a lungo dibattuta, è stata criticata ed emendata, migliorata e peggiorata in corso d’opera, e alla fine non è stata approvata definitivamente, com’era facilmente prevedibile. 

Ossigeno ha fatto rilevare che in quella proposta, e in questa nuova del senatore Giacomo Caliendo, i numerosi elementi di innovazione negativi prevalgono rispetto a quelli positivi. 

Dunque, la preoccupazione della FNSI e della FIEG sono giustificati. Tuttavia il pericolo non sembra immediato considerato che la proposta di legge Caliendo attualmente è molto lontana dall’essere approvata. L’iter di questo ddl è lento, molto lento, perché manca la volontà politica necessaria per condurre in porto qualsiasi riforma dell’attuale legislazione, punitiva sia per i giornalisti sia per gli editori.

Proprio per questo, nel corso dell’ultimo anno, Ossigeno –  insieme all’Ordine dei Giornalisti e anche alla FNSI – ha sostenuto l’esigenza e l’urgenza di approvare la più modesta ma importante proposta di legge Di Nicola, che ha suscitato grandi speranze.

Anch’essa fa molta fatica ad andare avanti, pur trattandosi di un testo semplice. Se ci fosse una vera volontà di procedere si potrebbe approvarla rapidamente, in poche settimane, e produrrebbe subito effetti incisivi. In questo senso, rappresenta un test politico, il vero test, della effettiva volontà del Parlamento di modificare in modo positivo, nell’interesse del diritto all’informazione, la normativa vigente che consente di fare un ampio e impunito uso intimidatorio delle cause e delle querele per diffamazione a mezzo stampa. 

Il vero motivo per cui il Parlamento sta esaminando il ddl Caliendo è il seguente: deve esserci sempre una proposta di legge depositata in Parlamento (sia pure contraddittoria, per non scontentare nessuno) che proponga l’abolizione del carcere. Serve al governo e al Parlamento per prendere tempo, per rispondere ai richiami del Comitato Diritti Umani di Ginevra e di altre organizzazioni internazionali  –  come stanno facendo anche adesso le autorità italiane – dicendo: abbiate pazienza, stiamo provvedendo, lasciateci lavorare. Le cose vanno avanti così da venti anni. Il gioco è scoperto, ma non si riesce a interromperlo, anche perché i media non parlano di queste cose.

Nel merito, i difetti principali del DDL Caliendo sono i seguenti: 

Inoltre, la proposta Caliendo non tiene in alcun conto: 

Questo è il quadro sintetico dei principali rilievi. In gran parte ricalcano quelli descritti nel dossier di Ossigeno pubblicato nel 2013 dal titolo “Onore offeso e libertà di stampa”, contenente lo studio eseguito sulla proposta di legge 925 (che era allora in discussione e che è l’antenata dell’attuale ddl Caliendo) commissionato dall’Ufficio del Rappresentante Osce per la Libertà dei media, e i pareri del Consiglio d’Europa, del Relatore dell’Onu per la libertà di stampa e di numerosi esperti. (Leggi il dossier)

URL pagina: https://www.odg.it/diffamazione-perche-non-piace-il-ddl-caliendo/36681