Autore: Numero monografico di MicroMega
Editore: N°3/2018, pag.278, Euro 15,00
MicroMega dedica il terzo numero dell’anno al giornalismo, per discutere del suo ruolo e della sua etica, nell’epoca delle fake news e della post-verità.
Il numero è costituito da tre sezioni di dialoghi, in cui firme note del giornalismo italiano si confrontano su doveri, responsabilità e limiti della professione. Il tema dell’indipendenza e della sovranità dei fatti rappresenta il filo conduttore del volume: Luciana Castellina e Ferruccio de Bortoli, seguiti da Maurizio Molinari e Marco Travaglio, mettono a fuoco il rapporto tra militanza e imparzialità, domandandosi come sottrarsi al controllo di interessi economici o partitici ed evitare forme di propaganda, mentre Enrico Mentana e Marco Damilano discutono dell’uso politico del giornalismo e degli eventuali rischi di una sua spettacolarizzazione, in un contesto di crisi dei partiti e vuoto di rappresentanza.
Oggetto di un’altra parte di dialoghi è il giornalismo nei suoi diversi generi: Marco Lillo e Carlo Bonini presentano le sfide del giornalismo giudiziario e denunciano le difficoltà in cui versa negli ultimi tempi; Amalia De Simone e Sandro Ruotolo discutono del giornalismo d’inchiesta, segnalando come è cambiata la narrazione della criminalità organizzata sui media e nell’opinione pubblica; Alberto Melloni ed Emiliano Fittipaldi spiegano cosa vuol dire raccontare la Chiesa ai tempi di Papa Francesco e quali sono le implicazioni per chi si occupa di informazione religiosa; Telmo Pievani e Rossella Panarese affrontano il tema del giornalismo scientifico, sottolineando la tensione fra democrazia e scienza e di conseguenza la necessità di una corretta informazione scientifica; con Stefano Cingolani e Giorgio Meletti è il giornalismo economico a essere tema di dibattito, mentre nuove frontiere del settore sono presentate da Marco Rizzo, Gianluca Costantini e Matteo Stefanelli, i quali si occupano di graphic journalism, ancora di nicchia, ma in espansione.
Attenzione particolare è riservata alle trasformazioni che hanno attraversato il giornalismo nel corso degli anni: mentre il dialogo fra Massimo Gramellini e Selvaggia Lucarelli si concentra sulla rubrica della posta del cuore, termometro dell’evoluzione dei costumi, Francesco Piccinini, Paolo Madron e Jacopo Tondelli si interrogano sulla funzione che il giornalismo può ancora svolgere ai tempi del Web 2.0 e sul cambiamento nelle abitudini di consumo da parte degli stessi lettori. Oggi, per esempio, la maggior parte degli utenti giunge ai siti delle varie testate, non per accesso diretto dalle rispettive home page, ma grazie alla condivisione dei singoli contenuti sui social network. Un dato che impone un ripensamento dei giornali.
Il numero ospita anche alcuni saggi: Marco d’Eramo ricostruisce ascesa e declino della carta stampata; Silvia Bencivelli analizza il modo in cui i media parlano di scienza; Adele Orioli esamina la presenza della religione in televisione; David Lifodi racconta come la libertà d’informazione in America Larina sia messa a dura prova; Marinella Correggia si occupa della questione delle fake news di guerra.
Il numero è completato da un saggio di Marcel Gauchet, in cui il filosofo francese ripercorre il rapporto fra politica e menzogna nella storia del pensiero occidentale, per soffermarsi sulla post-verità; e da un contributo di Louis-Marie Horeau, ex redattore capo del settimanale storico francese Le Canard enchainé, che offre al pubblico italiano uno spaccato del sistema di informazione d’oltrealpe. Un racconto che è anche occasione per riflettere su cos’è la libertà di stampa, cosa significa l’oggettività dei fatti e quale potrebbe essere il futuro del giornalismo nell’epoca degli smartphone, della post-verità e delle fake news.