Su Prima Comunicazione focus sul nuovo accesso alla professione                                      

Bartoli: un segnale alla luce del nuovo ecosistema digitale, per un giornalismo al passo con i tempi e per riconoscere tutti quelli che svolgono, nei fatti, la professione.

Prima Comunicazione pubblica un’ampia intervista al presidente dell’Ordine Carlo Bartoli. Si parla di accesso alla professione e della presa d’atto della rivoluzione portata dal digitale nel mondo  dell’informazione, con i freelance che superano i dipendenti.

Nell’intervista, di Claudio Sonzogno, si descrive con accuratezza il meccanismo varato dal Consiglio nazionale: “è stata tolta la ‘strozzatura’ dell’assunzione in una testata giornalistica. Per l’iscrizione nel registro praticanti basterà accertare il lavoro giornalistico svolto negli ultimi sei mesi e retribuito mensilmente per un importo equivalente al minimo tabellare lordo per praticanti. L’attività riguarderà articoli, foto, video e audio e potrà essere svolta in giornali cartacei, radio e tv, piattaforme e canali, uffici stampa, quindi anche per testate non giornalistiche.”  Un segnale per  riconoscere il giornalismo professionale ovunque venga esercitato.

“E’ tempo – si legge – che anche il Parlamento provveda a una riforma organica della professione,  regolata ancora da una legge che risale a sessant’anni,  che si dimostra inadeguata non solo nell’accesso alla professione, ma soprattutto riguardo agli ambiti che dovrebbe presidiare dalla deontologia,  alla formazione fino alla stessa elezione dei vertici dell’Ordine.”

Bartoli tocca anche i temi delle querele temerarie: “una spada di Damocle” per i giornalisti.

L’intervista sul numero in edicola di prima Comunicazione.

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