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IL CONTAGIO DELL’ALGORITMO (Le idi di marzo della pandemia) - Ordine Dei GiornalistiOrdine Dei Giornalisti

Ordine dei Giornalisti - Consiglio Nazionale

IL CONTAGIO DELL’ALGORITMO (Le idi di marzo della pandemia)

13/10/2020

Autore: Michele Mezza

Editore: Donzelli (2020), pag. 269, Euro 14,00

 

Nel saggio “Algoritmi di libertà” (2018), Michele Mezza aveva affrontato il tema di una critica dei presunti automatismi che definiscono e classificano i nostri comportamenti. Il “buco nero” che assorbe la nostra libertà non è tanto il condizionamento della nostra vita con l’uso dei nostri dati, quanto una “omologazione” del nostro pensiero alle “forme semantiche degli algoritmi prescrittivi”.

Con “Il contagio dell’algoritmo”, Mezza torna sul tema, alla luce degli ultimi tempi, condizionati dalla pandemia generata dal Covid-19.

“La prima cosa che colpisce – scrive Enrica Amaturo, nella prefazione – è che, pur trattandosi di un libro dedicato alla gravissima emergenza sanitaria che il pianeta sta attraversando, i termini e i temi maggiormente ricorrenti riguardano non già la salute e la medicina, ma la matematica, il calcolo, i dati e gli algoritmi. Enrica Amaturo precisa anche che, ragionando sulle conseguenze sociali della pandemia, un elemento emerge su tutti con chiarezza, e cioè l’indispensabilità della rete e della digitalità nel ridisegno della vita sociale che si sta configurando. Ciò non vuol dire solo che sappiamo ora di non poter prescindere dal supporto che il web ci ha offerto nel periodo del lockdown, permettendoci di continuare a lavorare o a mantenere un minimo di relazioni sociali. Come Mezza precisa nella sua introduzione: “Mai nella storia dell’umanità l’intera popolazione terrestre si è trovata, esattamente nello stesso istante, immersa nella stessa situazione, con lo stesso scenario e il medesimo linguaggio, a prescindere da condizioni sociali, geopolitiche e geografiche. Solo un altro fenomeno può ambire per numero, identità, coinvolgimento e potere totalizzante a coincidere con la diffusione del coronavirus: la rete”. Mezza precisa anche che  “è vero quel che è certo, è certo quel che è misurabile”. Dunque, solo chi è in grado di misurare e indicizzare può dire quel che è certo. La pandemia ha istituzionalizzato questo rapporto gerarchico.

“Il contagio dell’algoritmo” è articolato per temi: Il contagio (La lunga notte del 21 febbraio); L’economia; La società (Calcolanti e calcolati nel conflitto terapeutico); L’informazione (Il giornalista riprogramma l’algoritmo); Geopolitica (Noli me tangere); Il partito(Un partito virale contro il virus); La diseguaglianza; La democrazia; La decisione; Il lavoro.

Nella parte dedicata all’informazione (Il giornalismo riprogramma l’algoritmo) è evidenziato che siamo a un bivio fondamentale: da una parte l’insufficienza dei media tradizionali a canalizzare la domanda di partecipazione e personalizzazione dell’offerta informatica, dall’altra la potenza tecnologica delle piattaforme che “ha violato diritti individuali e comunitari di fondo, inducendo e determinando i bisogni individuali dei nuovi utenti attivi”.

Osserviamo così il formarsi di quell’apparato ideologico che autorizza e promuove l’automatizzazione delle funzioni discrezionali nelle attività intellettuali, a cominciare dall’informazione. Un “microscopio nel lockdown” è quello di Michele Mezza che ricorda, in questa parte del saggio, come con esso ha potuto analizzare campioni significativi del mondo del giornalismo, per ricavare le tendenze generali che stanno connotando quel sistema socio-tecnologico.

Il lavoro, ricorda Mezza, era stato programmato, dall’inverno del 2019, dall’Osservatorio universitario sui linguaggi del giornalismo multimediale, promosso dall’Ordine nazionale dei giornalisti, congiuntamente al Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II di Napoli. Iniziativa presa per documentare la dinamica e le conseguenze, sia a livello internazionale che nel mercato italiano, dei processi di automatizzazione delle diverse fasi del lavoro giornalistico, per prevedere i profili professionali e l’insieme delle competenze che saranno indispensabili nell’informazione dei prossimi anni.

Il volume è completato con un saggio di Andrea Crisanti (“Il virus al tavolo di ferro: dati e informazioni alla guerra contro il contagio) e, in appendice, dall’ultima lezione di Giulio Giorello, nella testimonianza della moglie Roberta Pelachin.

Michele Mezza, giornalista per quarant’anni in Rai, dove è stato inviato all’estero (in particolare nell’Urss di Gorbačëv e nella Cina di Tienanmen). Successivamente ha partecipato alla riorganizzazione dei Gr. Ha ideato e sviluppato il progetto RaiNews24. Insegna alla Federico II di Napoli e fa parte del gruppo di lavoro dell’Ordine dei giornalisti sull’automatizzazione della professione. E’ autore di numerose pubblicazioni.

URL pagina: https://www.odg.it/il-contagio-dellalgoritmo-le-idi-di-marzo-della-pandemia/38492