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Ordine dei Giornalisti - Consiglio Nazionale
22/06/2021
È iniziata questa mattina l’udienza della Consulta, in videoconferenza nel rispetto delle norme anticovid, che dovrebbe decidere in merito alla cancellazione della pena del carcere per il giornalista che diffama. In rappresentanza del Consiglio Nazionale dei Giornalisti vi ha preso parte il presidente Carlo Verna. Per la prima volta, infatti, l’Ordine è stato riconosciuto protagonista davanti alla Corte Costituzionale quale tutore di interesse generale. L’Ordine era tutelato dall’avvocato Giuseppe Vitiello del Foro di Napoli. “Sono ottimista – ha dichiarato il presidente Verna -. Dopo un anno di stallo dal richiamo della Consulta, e dopo gli inviti dei Ministri della Giustizia Alfonso Bonafede e Marta Cartabia, oggi i giudici costituzionali sono chiamati a decidere in assenza dell’azione parlamentare. Potrebbe essere una svolta storica”.
La sentenza potrebbe essere comunicata già oggi pomeriggio.
DIFFAMAZIONE, ODG: STOP A CARCERE TAGLIOLA SU LIBERTA’ DI STAMPA
(AGI) – Roma, 22 giu. – “Se è vero che la libertà di stampa non può essere mai messa sotto chiave e che il ruolo della stampa è essenziale per la tutela dei diritti, le questioni di legittimità sollevate devono necessariamente essere accolte”. Lo ha detto l’avvocato Giuseppe Vitiello, intervenuto in videoconferenza con Palazzo della Consulta, assieme al presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna, all’udienza pubblica dedicata al ‘nodo’ del carcere ai giornalisti per diffamazione aggravata a mezzo stampa sulla cui legittimità la Corte è chiamata a pronunciarsi. L’Ordine dei giornalisti ha ribadito il suo ‘no’ alla “tagliola della pena detentiva”, sottolineando che questa “limita il diritto costituzionalmente riconosciuto dell’informazione a mezzo stampa. In particolare, ha rilevato l’avvocato Vitiello – che ha ricordato come il “Parlamento sia stato inerte” di fronte a questo tema – l’eliminazione della sanzione detentiva, che non può essere, a suo parere, “cumulabile” con quella pecuniaria, va “circoscritta” a chi “è professionalmente impegnato nell’attività di stampa”, perchè “è necessario differenziare la posizione del singolo cittadino che scriva su blog o su internet” da quella del “professionista che ha una posizione diversa, può essere soggetto a sanzioni disciplinari, e va valutato diversamente”. Dunque, secondo il legale dell’Ordine dei giornalisti, serve “l’ablazione” della sanzione detentiva, seppure ritenendo, in via subordinata, possibile “formulare ipotesi con contorni precisi che tengano conto del tipo di diritto che viene leso” sulla linea in quanto tracciato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo relativamente ai “casi di eccezionale gravità”.
CONSULTA: VERNA (CNOG), ‘GOVERNO LONTANO DA ESIGENZE GIORNALISMO, DELUSO DA AVVOCATURA’
“Spero che dopo questa sentenza si formi un tavolo per discutere esigenze Stampa” Roma, 22 giu. (Adnkronos) – La Corte costituzionale “ovviamente con la sua massima e suprema autonomia farà le valutazioni. Ma io sono ancora deluso dal mandato che il Governo ha dato all’avvocatura dello Stato perché ancora lontano dalle esigenze del giornalismo e del cittadino ad essere informato anche nel solco dell’esigenza dichiarata dalla Consulta con ordinanza l’anno scorso”. Lo dice all’Adnkronos Carlo VERNA, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti al termine dell’udienza pubblica sulla detenzione ai giornalisti per reato di diffamazione a mezzo stampa svoltasi a Palazzo della Consulta ed aggiunge: “Se l’anno scorso potevo capire una posizione difensiva della norma, oggi di fronte all’ordinanza mi sarei aspettato un mandato all’avvocatura di Stato più ampio per garantire al giornalista la sua funzione sociale. Spero che dopo questa sentenza si formi un tavolo per discutere di tutte le esigenze del giornalismo”. (di Roberta Lanzara) (Rol/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 22-GIU-21 12:09
CARCERE AI GIORNALISTI, ORDINE A CONSULTA: ‘VA CANCELLATO’
CASO TRATTATO IN UDIENZA PUBBLICA,TRA OGGI E DOMANI LA PRONUNCIA
(ANSA) – ROMA, 22 GIU – Cancellare del tutto dal nostro ordinamento la previsione del carcere per i giornalisti nei casi di diffamazione “perchè il lavoro della stampa non può essere pregiudicato dal pericolo di una sanzione che ne impedisca il libero esercizio”. E solo in subordine dichiarare incostituzionale la cumulabilità tra pena detentiva e pecuniaria, con il carcere da applicare solo in casi espressamente indicati ove ricorra la grave lesione di altri diritti fondamentali. E’ la richiesta avanzata dall’Ordine dei giornalisti, che ha definito le attuali norme “una tagliola” per la libertà di stampa, alla Corte costituzionale nel corso dell’udienza pubblica sulla costituzionalità del carcere per i giornalisti di cui dubitano i tribunali di Bari e Salerno. La questione è tornata alla Corte, scaduto inutilmente l’anno di tempo che i giudici costituzionali avevano dato al Parlamento per intervenire sulla materia, con un nuovo bilanciamento tra la liberta’ di manifestazione del pensiero e la tutela della reputazione della persona. E la decisione potrebbe arrivare oggi stesso o domani .
L’Avvocatura dello Stato si è invece dichiarata contraria all’accoglimento della questione di incostituzionalità, fondata dai giudici di Salerno e Bari sulla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo , che consente il carcere solo per condotte di eccezionale gravità, come i casi in cui la diffamazione implichi una istigazione alla violenza ovvero convogli messaggi d’odio. Perchè secondo quanto spiegato dall’avvocato dello Stato Maurizio Greco c’è già la possibilità di dare delle norme in vigore “un’interpretazione costituzionalmente orientata”. Sarebbe invece un errore “demolire un sistema che salvaguarda una posizione costituzionalmente garantita”, cioè l’onore del singolo o l’offesa arrecata alle autorità pubbliche. La Corte europea dei diritti dell’uomo, ha spiegato, non esclude sanzioni penali “in presenza di situazioni eccezionali.E solo il giudice può valutare caso per caso se sussiste l’eccezionalità”. Oltretutto la Corte di Cassazione ha “già preso spunto” dalla ordinanza con cui un anno fa la Consulta sospese il suo giudizio sulla diffamazione, come ha fatto notare l’altro avvocato dello Stato presente in udienza, Salvatore Faraci. E così ha “annullato una condanna a pena detentiva per diffamazione aggravata a mezzo Facebook, dando ai giudici di merito la possibilita di applicare la sanzione penale solo se il fatto sia di eccezionale gravità” (ANSA).
URL pagina: https://www.odg.it/iniziata-ludienza-della-consulta-sul-carcere-ai-giornalisti/39949
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