Messaggio del presidente Repubblica apre il Congresso della Fnsi a Riccione
Favorire il pluralismo dell’informazione, attività giornalisti non sia soggetta a vessazioni
“Creare e garantire le condizioni per una stampa indipendente è compito che interpella le istituzioni, la società civile nelle sue diverse articolazioni, l’industria dei media, la coscienza professionale di ciascun giornalista. Una società economicamente sana propone una industria editoriale capace di affermare con forza la propria funzione, non orientata a interessi di parte, ma diretta a inverare la previsione della Carta costituzionale che ribadisce il diritto dei cittadini a una informazione libera”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al 29/o Congresso nazionale della Stampa italiana in corso a Riccione.
“Lo stato di trasformazione che sta vivendo l’industria dei media nel contesto della digitalizzazione non può tradursi in un impoverimento del patrimonio culturale e informativo posto a disposizione. Trova fondamento, a questo riguardo, l’intervento diretto a favorire, anche con risorse pubbliche, il pluralismo informativo, sostenendo i processi di innovazione, con la conferma del ruolo determinante della professionalità e responsabilità giornalistica nella definizione della notizia. “.
“L’attività professionale dei giornalisti – prosegue il Presidente della Repubblica – non può essere soggetta a vessazioni, intimidazioni o violazioni della loro libertà. Ne va di quella di tutti. La libertà e l’autonomia professionale di ciascun giornalista – prosegue il Capo dello Stato – trovano radice, oltre che nell’Ordine al quale appartiene, nella definizione di un quadro contrattuale solido e definito, che di questi valori sappia essere efficace strumento e che veda protagoniste le parti sociali interessate, con garanzie uguali a quelle di altre categorie di lavoratori. La Repubblica – lo richiede l’art.35 della Carta fondamentale – tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni, per continuare, all’art. 36, con “il diritto di ogni lavoratore a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
ANSA