Avviare una collaborazione fra Ordine dei giornalisti e Consiglio Nazionale Forense  per la realizzazione  di  momenti di confronto ed eventi formativi  rivolti agli iscritti dei rispettivi ordini al fine di promuovere i valori che distinguono le due professioni: la tutela della persona e la corretta informazione.

Questo il senso del protocollo di Intesa siglato venerdì 17 gennaio  dal presidente del Cnog Carlo Verna e il presidente del CNF Andrea Mascherin. «Si può fare buon giornalismo bilanciando il diritto di cronaca con la tutela della verità e della dignità della persona. Se riusciremo a spiegare che questo equilibrio è possibile, avremo fatto un importante lavoro sociale»,  ha affermato Mascherin.
«Saremo un’agenzia culturale comune», convengono i due presidenti. Avvocati e giornalisti sono così chiamati a condividere delle “best practice” in materia di protezione dei diritti fondamentali, dalla libertà di stampa alla tutela della riservatezza.
«Con la nascita dei social network a partire dal 2007, la professione giornalistica sta vivendo una fase di trasformazione epocale: abbiamo perso la prerogativa di parlare “uno a tanti” – afferma Carlo Verna – ma i giornalisti restano il cardine per  lo svolgimento della funzione costituzionale di garantire la corretta informazione ai cittadini.”
In merito al protocollo il presidente del Cnog  aggiunge: “i poteri di controllo sono sempre stati individuati nell’informazione e nella magistratura. Questo è un errore, che simbolicamente con questo protocollo ci impegniamo ad arginare: i diritti di controllo sono anche i diritti della difesa. Con le nuove riforme il potere della magistratura, e in particolare quello dei pubblici ministeri, è destinato a crescere . E noi come giornalisti dobbiamo orientare l’opinione pubblica verso una visione consapevole. Tra i meccanismi di controllo il giornalista deve includere l’avvocatura”.

Il  protocollo  è valido per i prossimi tre anni, prevede nello specifico azioni sinergiche tra le due strutture rappresentative e una serie di obiettivi comuni: dal contrasto al linguaggio d’odio, soprattutto nelle piattaforme digitali di comunicazione di massa, alla tutela di entrambe le categorie professionali sotto il profilo della remunerazione del lavoro, richiamando i principi e le norme dell’equo compenso; dalla elaborazione di progetti comuni sui temi del diritto.

Protocollo d’intesa

 

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