Il 25 gennaio 2024, Giulio avrebbe compiuto 36 anni. Flash mob, una camminata dei diritti e un evento per ricordarlo. La partecipazione del CNOG e di Odg FVG. Bartoli: “Dobbiamo affermare un principio: quello che non si possa in qualsiasi parte del mondo, rapire, torturare e uccidere impunemente una persona, senza essere chiamati a risponderne”

 

Sono trascorsi otto anni dal 25 gennaio 2016, quando Giulio Regeni, ricercatore al Cairo, esattamente alle 19.41, inviò dal cellulare il suo ultimo messaggio prima di scomparire, per essere ritrovato morto giorni dopo. Come ogni anno a quell’ora, nella piazza di Fiumicello (Udine), paese natale di Giulio oltre 500 persone si sono ritrovati per mettere in scena un flash mob: da un lato una fila di pettini, dall’altro una fila di gomitoli. Tutti del colore di Giulio Regeni e del popolo che chiede verità sulla sua morte: il giallo. Una volta dato il via, filati e pettini, movimentati da un gruppo di volontari, hanno costruito un telaio al centro del piazzale dei Tigli a Fiumicello (Udine) come a voler sciogliere i nodi. Promosse dalla famiglia di Giulio Regeni, per sottolineare che “tutti i nodi vengono al pettine”. Il riferimento è all’inizio del processo, il prossimo 20 febbraio, davanti alla Corte d’assise di Roma a carico dei quattro 007 egiziani rinviati a giudizio per la morte di Giulio Regeni. A otto anni esatti dalla scomparsa del giovane ricercatore friulano dal Cairo, questa sera i genitori di Giulio, Paola e Claudio, e la sorella Irene, sono stati tra i protagonisti del flash mob, esponendo al termine un’illustrazione di Lorenzo Terranera: un pettine giallo che scioglie i nodi aiutato da alcune persone. Quindi hanno rivolto lo sguardo verso la sedia vuota lasciata in mezzo alla piazza. La cerimonia in ricordo di Regeni si è aperta con il saluto del Governo dei giovani, iniziativa di cittadinanza attiva promossa per i ragazzi di Fiumicello, a cui aveva aderito anche Giulio. Dopo il flash mob, è stato osservato un minuto di silenzio alle 19.41, la stessa ora in cui Giulio inviò il suo ultimo messaggio il 25 gennaio 2016. In piazza sono state disposte 36 fiaccole, tante quanti gli anni che avrebbe avuto Giulio oggi. Tutto intorno il popolo giallo, ciascuno con la propria fiaccola accesa e alzata verso il cielo. Il ricordo di Giulio nel suo paese natale è quindi proseguito con la camminata dei diritti aperta da una bandiera arcobaleno e poco dopo lo striscione ‘Verità per Giulio Regeni’, portato dalla famiglia e dall’avvocata Alessandra Ballerini.

La fiaccolata silenziosa ha raggiunto il Palazzetto del pattinaggio, dove alle 20.30 si è svolto l’evento “Parole, immagini, musica per Giulio” promosso dall’amministrazione comunale di Fiumicello-Villa Vicentina in collaborazione con il collettivo Giulio siamo noi e varie associazioni del territorio, «per ricordare Giulio e riaffermare con forza il valore imprescindibile del rispetto dei diritti umani, delle differenze culturali, della libertà e come segno di vicinanza ai suoi famigliari”

All’evento erano presenti i genitori di Giulio, Claudio e Paola Regeni, l’avvocata Alessandra Ballerini, che li segue fin dall’inizio della vicenda, Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, che ha ribadito come “la cerimonia di quest’anno assuma un sapore diverso. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale la possibilità di avere giustizia, una giustizia processuale, è più concreta. Dobbiamo affermare un principio: che non si possa in qualsiasi parte del mondo, rapire, torturare e uccidere impunemente una persona, senza essere chiamati a risponderne”

Presenti anche Vittorio Di Trapani, presidente della Fnsi, Cristiano Degano presidente Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia, Roberto Fico, già presidente della Camera, Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie. Moderati da Giuseppe Giulietti (coordinatore nazionale di Articolo 21) sono intervenuti in tanti, artisti e personaggi dello sport, tra loro anche contributi video di Pif, dell’attore Andrea Pennacchi e del ciclista Alessandro De Marchi. Collegato Marco da Milano che ha seguito la manifestazione dedicando l’intera puntata della sua trasmissione su RAI TRE,  Il cavallo e la torre all’evento.

“Il risultato della nostra tenacia vale tantissimo: per Giulio, per noi e per tutti i cittadini italiani. Siamo riusciti a fare un varco che nessuno aveva mai fatto prima. Certo ci costa tantissimo però lo facciamo perché crediamo nella giustizia. E’ stato lungo otto anni ma ce l’abbiamo fatta”.  ha detto la mamma di Giulio Regeni, Paola Deffendi intervenendo in collegamento con la trasmissione da Fiumicello (Udine), riferendosi al processo sulla morte del figlio che inizierà il 20 febbraio. “Speriamo solo nella giustizia processuale – ha aggiunto il padre, Claudio – quella per Giulio in tutto penso non ci sarà mai, il dolore resterà sempre in fondo il cuore”. La “giustizia processuale – ha incalzato Paola – ci dovrà essere. E quella per Giulio ci sarà quando quando tutti i Giulii e le Giulie d’Egitto non avranno più paura di dire quello che pensano”. L’anniversario di oggi, a otto anni esatti dalla scomparsa di Giulio dal Cairo, “è dolorosissimo come tutti gli altri: abbiamo lottato e continuiamo a farlo”, ha spiegato Claudio. In questi anni “le delusioni più grosse sono state il rinvio dell’ambasciatore al Cairo e la vendita delle navi Fremm all’Egitto. Oggi “la parola dopo 8 anni è armi, armi e armi”, ha osservato Paola. Mentre sulla parola embargo, ha concluso Claudio, “adesso che c’è l’autostrada del mare dal porto di Trieste” il passaggio delle navi dall’Egitto “sarà ancora più facile”.

La serata è stata trasmessa in diretta streaming dal canale YouTube Giulio siamo noi.

STAMPA QUESTA PAGINA