L’Italia “è uno dei paesi col più alto numero di segnalazioni nel 2018 e il primo paese dell’Unione Europea per attacchi e minacce a giornalisti” lo afferma il rapporto delle 12 organizzazioni che gestiscono la piattaforma del Consiglio d’Europa per la protezione del giornalisti. Un dato allarmante che dovrebbe essere un monito a quanti quotidianamente prendono di mira coloro che, di professione e spesso rischiando, intendono raccontare i fatti nella loro completezza.
Negli ultimi giorni c’è stata una escalation di minacce contro i cronisti. Ricordo le due teste mozzate di agnello sul cofano dell’auto di Fabiola Foti in Sicilia, oppure le porte sbarrate oggi alla redazione della città di Salerno, per non parlare della montagna di querele temerarie per le quali al senato sta inizia una discussione per una legge di riforma.
Tutto questo non significa, però, mancanza di responsabilità per i giornalisti che sono tenuti al rispetto della deontologia professionale, in tutti i luoghi e in tutti i contesti. Ricordo che chiunque, anche non giornalista, può segnalare ai Consigli Territoriali di Disciplina, che sono autonomi, violazioni dell’etica professionale.
Diritti e doveri vanno a braccetto. Vale per i cittadini e vale per i giornalisti, i quali, giustamente, godono di diritti aggiuntivi e di doveri aggiuntivi al fine di applicare il dettato costituzionale della libera informazione.
Lo dichiara il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna