“Il discorso d’odio non solo aggredisce,
insulta, umilia, ma tenta di togliere
legittimità e voce al suo oggetto”

Federico Faloppa, linguista, Coordinatore
della Rete per il contrasto ai discorsi e ai
fenomeni d’odio

L’odio che corre in Rete è un fenomeno che è passato rapidamente dallo studio sociologico al problema politico. Dalla “piazza virtuale”  – come annotano Silvia Garambois e Paola Rizzi, curatrici della documentata e precisa disamina #STAIZITTAgiornalista!”, edito da  All Around, collana “Studi” Fondazione sul giornalismo “Paolo Murialdi”, 2021 (pag. 135, Euro 15,00) – si scatenano, infatti, intolleranza e odio che colpiscono e incidono nella realtà. Negli ultimi anni, sotto forma di violente minacce, si è rivolto in particolare contro le giornaliste impegnate su fronti caldi, come l’immigrazione, la politica, il crimine organizzato, o professioniste particolarmente esposte. Spesso l’odio sociale rischia di trasformarsi in una censura: alcune giornaliste (e già anche un giornale) – ricordano le curatrici – hanno dovuto abbandonare l’uso di Twitter, Facebook, Instagram, nonostante rappresentino uno strumento professionale.

Indicative, in queste pagine, le testimonianze, con le interviste a sette colleghe (vittime). Emblematico è il caso di Nunzia Vallini, alla guida del Giornale di Brescia, unica direttrice in carica nei quotidiani provinciali lombardi. Vallini è a capo di un network radicato nel territorio, che comprende, oltre al quotidiano, anche una radio, una televisione locale e un sito internet, con una media di due milioni di utenti mensili. Fino al 2 novembre 2020 era anche molto attiva la pagina Facebook del giornale, con oltre 200 follower. Poi dal 3 novembre la pagina è andata in “sonno”. Per calmare le voci che interpretavano questo silenzio come il segnale di una crisi, il 17 novembre Vallini ha pubblicato un post-editoriale che ha fatto rumore nel mondo dell’informazione, in cui argomentava le ragioni di quello che ha definito “lockdown contro il virus delle maleparole”: troppi insulti, troppa rabbia nei commenti in un crescendo che rendeva impossibile la moderazione, assieme al sospetto di vere e proprie centrali dell’odio dietro lo scatenarsi degli hater. Le altre testimonianze sono di: Angela Caponnetto (Rainews24), Monica Napoli (Sky-Tg24), Marianna Aprile (Oggi), Marilù Mastrogiovanni (Il Tacco d’Italia, Idea dinamica), Antonella Napoli (Focus on Africa), Elisabetta Esposito (Gazzetta dello Sport).

Questo libro è nato dal confronto e dalla discussione all’interno di GiULiA (Giornaliste Unite Libere, costituita in associazione nazionale) sui temi della professione.

“L’odio contro le donne e il loro giornalismo. L’attacco sessista, le minacce, gli insulti beceri, un quadro preoccupante che mai avevamo visto. Quella che le colleghe dell’associazione GiULiA hanno elaborato è, allo stesso tempo, la fotografia di un fenomeno e di un grido che deve essere subito ascoltato…Il libro realizzato da Silvia Garambois e Paola Rizzi mette insieme, in drammatica successione, attacchi che scaturiscono da situazioni di diverso tipo: fatti di cronaca, questioni di rilevante peso politico, atti di autentica criminalità”, è quanto sottolinea Vittorio Roidi, Presidente della Fondazione del giornalismo “Paolo Murialdi”, nell’introduzione.

Al termine del suo intervento, Roidi ricorda che occorre un’analisi culturale, un monitoraggio meticoloso di quanto sta avvenendo. La Fondazione “Murialdi” ha messo anche la sua firma su questo libro, come punto di partenza, inizio di un lavoro di approfondimento e di denuncia, accanto alle organizzazioni dei giornalisti, in difesa dei diritti di chi fa informazione.

Nel sommario del volume troviamo, tra i vari interventi: le prefazioni di Laura Boldrini (“Dalle parole discendono le azioni”); di Elisa Giomi (“La cultura dello stupro digitale”); di Federico Faloppa (“Donne all’incrocio dell’odio”). Tre parti centrali, poi, sono dedicate a: “Cos’è l’hate speech” (Breve fenomenologia dell’odio on line); “L’alleanza degli anti-hater” (Una”Rete” per catturare l’odio online); “Lo zoombombing” (Cos’è, come difendersi).

Silvia Garambois è stata Caporedattrice a “l’Unità” (1975-2000). Esperta di problemi dell’informazione e questione femminile, è Presidente di GiULiA.

Paola Rizzi a “l’Unità” si è occupata di politica, cronaca e cultura; è stata Caporedattrice del quotidiano “Metro”. E’ co-autrice di volumi collettanei sulle questioni di genere.

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