“Il giornalismo in Italia è imbavagliato, urge una nuova legislazione per l’informazione, che in una stagione che voglia essere davvero riformista non potrà mancare,  a cominciare dalle regole per il servizio pubblico e per una nuova Rai. Il tema rilanciato dalle cronache degli ultimi tempi è quello della riservatezza delle fonti, dalle inchieste sui migranti di Trapani col lavoro dei giornalisti intercettato, al reiterato sequestro del cellulare di un collega poi prosciolto, a distanza di quasi due anni, dal Gip di Ancona, ma non è il solo che mi costringe a sedermi virtualmente col bavaglio sulla panchina da oggi  dedicata alla libertà di informazione dal Master della scuola di giornalismo di Bologna”.

Lo ha detto il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna partecipando al dibattito seguito all’inaugurazione della panchina dedicata alla libertà di stampa nel capoluogo emiliano – romagnolo. Verna si è chiesto “di  quale libertà si parli tra minacce fisiche, cui lodevolmente il Viminale sta rispondendo, querele temerarie col Parlamento che cincischia anziché intervenire con urgenza, e vessazioni da iniquo compenso”.  “Di stretta attualità – ha concluso il presidente del Cnog – la questione dell’inaccettabile pena del  carcere ai giornalisti su cui la Corte Costituzionale  dovrà tornare a pronunciarsi il 22 giugno”. “ Non è mai troppo tardi – ha evidenziato Verna – per un’ iniziativa legislativa visto che la materia è ben nota alla  ministra della Giustizia, Marta Cartabia nella quale confido, all’epoca Presidente della Corte, che con un’ ordinanza interlocutoria diede chiare indicazioni da giudice delle leggi a chi le norme deve crearle”.

STAMPA QUESTA PAGINA