A Palermo 43 anni fa, veniva ucciso dalla mafia il giornalista Mario Francese, cronista del giornale di Sicilia e padre del collega Giulio, consigliere nazionale dell’Ordine. Il Presidente Carlo Bartoli, in apertura della seduta del CNOG, ha affidato al consigliere Nello Scavo, il compito di ricordarne la figura. Scavo che nel 2020 aveva ricevuto il Premio Giornalistico intitolato a Mario Francese, per il suo “modello di giornalismo espressione di un impegno civile sostenuto dalla forza dell’autonomia professionale” ha ricordato come lui, siciliano proprio come Francese, abbia iniziato a fare giornalismo ispirandosi al collega, che pure non aveva mai conosciuto e di quanto fosse orgoglioso di averne lo stesso tesserino. “Un gigante,- come lo ha definito- un esempio per la precisione meticolosa con cui portava avanti le sue inchieste. Non si limitava a raccontare i fatti, ma si chiedeva perché certi fatti erano accaduti, riuscendo, con magistrale capacità, a rimettere insieme i tasselli, anche quelli all’apparenza meno significativi.” Indimenticabile il suo modo di salutare i colleghi della redazione: “uomini del Colorado vi saluto e me ne vado” così era solito congedarsi alla fine di una giornata di lavoro, a dimostrazione della necessità di non prendersi mai troppo sul serio, pur nella serietà. Un pezzo questo di un’eredità morale consegnata ai colleghi che sono venuti dopo. “Le figure come quelle di Mario Francese ci aiutano a comunicare il significato del nostro essere un ente di diritto pubblico- ha concluso Scavo- e quale anima dobbiamo mettere nel nostro impegno al servizio della professione.” Nel rinnovare la vicinanza a Giulio Francese, Bartoli ha quindi ricordato il significato morale della sua presenza nel Consiglio dell’Ordine.
Il consiglio nazionale ricorda la figura di Mario Francese
