Bartoli a Firenze: l’informazione soffre il ritardo atavico di una legislazione non al passo con i tempi. Norme come quella presunzione d’innocenza o sul diritto all’oblio hanno reso inoltre più difficile il lavoro dei giornalisti
“La professione giornalistica è centrale nello sviluppo di una società democratica e nella coesione sociale. Lo abbiamo visto anche durante il covid. Questo Paese ha reagito e si è comportato in maniera esemplare e forse un piccolo merito ce l’ha anche l’informazione”. Lo ha detto Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, in occasione del convegno ‘60 anni dell’Ordine dei giornalisti. Il futuro della libertà di stampa nell’era digitale‘. L’evento -che fa parte delle celebrazioni per la Festa della Toscana 2022 dedicata alla libertà di espressione – si è tenuto oggi, venerdì 10 marzo, a Firenze nell’Auditorium del Consiglio Regionale. L’iniziativa ha dato il via in Toscana alle celebrazioni per i 60 anni della nascita dell’Ordine dei giornalisti. A organizzarlo l’Ordine dei Giornalisti della Toscana con la Fondazione Odg Toscana e in collaborazione con il Consiglio Regionale della Toscana. Un’occasione che ha approfondito tematiche quali i cambiamenti della professione giornalistica, la riforma dell’Ordine, il rapporto con la comunicazione e la lotta alle fake news. Per Bartoli “l’Ordine è chiamato a un cambio di passo radicale. Dobbiamo essere in grado di non avere un atteggiamento di demonizzazione, ma di inclusione per quante più forme di giornalismo riusciamo a ricondurre all’ordine e alla deontologia- quindi ha sottolineato come l’informazione soffra il ritardo atavico di una legislazione non al passo con i tempi. Norme come quella presunzione d’innocenza o sul diritto all’oblio hanno reso inoltre più difficile il lavoro dei giornalisti- ha detto Bartoli-In uno scenario complesso come quello attuale, nostro compito è non demonizzare le nuove figure che ruotano intorno al mondo dell’informazione» ha detto, auspicando una riforma dell’accesso alla professione per includere nei binari di deontologia e formazione chi attualmente ne è lasciato fuori.
Giampaolo Marchini, presidente di Odg Toscana e Fondazione Odg Toscana, ha aggiunto che “«In questa fase di cambiamenti e incertezze tutta la categoria deve riconoscersi nei valori del buon giornalismo, con l’obiettivo di alzare il livello qualitativo del nostro lavoro e quindi garantire il diritto dei cittadini a essere informati. Il web ha stravolto i temi dell’informazione, il linguaggio e i metodi. Abbiamo ampliato la platea dei fruitori dell’informazione, ma abbiamo anche abbassato la qualità dell’informazione. Il meccanismo dell”acchiappa-click’ ha portato a un peggioramento della qualità della notizia e assistiamo al dilagare delle fake news”.
Il presidente del Consiglio Regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, in apertura del Convegno, ha ricordato le tante realtà in cui diritti come la libertà di espressione sono a oggi ancora calpestati. «E’ necessario non dare mai per scontati i valori contenuti nell’articolo 21 della nostra Costituzione» ha detto. Il presidente della Corte d’Appello di Firenze Alessandro Nencini ha portato i saluti del sistema giudiziario toscano, puntando l’accento sui rischi di impoverimento della qualità dell’informazione nell’era digitale. In rappresentanza della Federazione Nazionale della Stampa è poi intervenuto il presidente dell’Associazione Stampa Toscana, Sandro Bennucci, che ha fatto il punto sul ruolo del sindacato in un contesto di crisi dell’editoria. «Il nostro impegno non è solo a tutela dei posti di lavoro, ma anche per la tenuta dell’intero sistema democratico» ha sottolineato Bennucci. «La Costituzione è il punto di riferimento delle nostre battaglie».
Le grandi possibilità legate al mondo dell’editoria digitale le ha ricordate Agnese Pini, direttrice de La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno e QN. «L’informazione, un tempo elitaria, non è mai stata così capillare e accessibile come oggi» ha detto Pini. «Anche se al pubblico mancano gli strumenti per gestire questo “potere”. Ecco perché l’Ordine è fondamentale: unico baluardo di qualità in un sistema così frammentato e complesso». Con un intervento video Paolo Borrometi, condirettore dell’Agi e giornalista sotto scorta, ha ricordato come l’articolo 21 non riguardi solo i giornalisti, ma tutti i cittadini che hanno il diritto di essere informati. «Ecco perché dobbiamo pretendere che l’informazione sia libera, indipendente e autorevole. Condannando sempre le minacce ai giornalisti , un enorme problema anche sotto il profilo delle querele temerarie».
Di informazione all’epoca degli smartphone e non solo ha parlato il professor Carlo Sorrentino, Ordinario di Sociologia dei Processi culturali comunicativi all’Università degli Studi di Firenze. «L’informazione ormai non ha più limiti, ma il rischio è soccombere al disordine informativo. In questo contesto è sempre più importante la funzione di intermediazione dei giornalisti, che se da un lato hanno perso il controllo del processo informativo, dall’altro sono davanti a una grande occasione». Infine, si è parlato del progetto anti fake news portato nelle scuole dalla Fondazione Odg Toscana. Il coordinatore del progetto, il giornalista Andrea Schillaci, ha raccontato numeri e strumenti dell’iniziativa, tra i rischi del “Deepfake” e metodi di verifica delle fonti.
Le celebrazioni per i 60 anni dell’Ordine proseguiranno nelle prossime settimane in tutta la Toscana: l’elenco degli appuntamenti è disponibile, cliccando qui