Consegnato a Floriana Bulfon il premio in memoria di Daphne Caruana Galizia.
Si è chiusa domenica 18 giugno la IX edizione del Festival del Giornalismo, organizzata dall’associazione culturale Leali delle Notizie, a Ronchi dei Legionari.
«Questa è stata finora la più bella edizione realizzata, voglio sottolinearlo, con grande passione come tutto quello che facciamo – ha dichiarato Luca Perrino, presidente di Leali delle Notizie -. Sono davvero orgoglioso che i nostri ospiti ci abbiano ringraziato per la nostra accoglienza e che si siano trovati bene con noi».
Nelle giornate del Festival è stata anche inaugurata la panchina arancione dedicata a Mario Paciolla e scoperta dai genitori Giuseppe Paciolla e Anna Motta, assieme al sindaco di Ronchi dei Legionari Mauro Benvenuto. La panchina si trova in via Roma, all’incrocio con via Duca d’Aosta, e dialoga con la panchina gialla dedicata a Giulio Regeni e quella blu dedicata ad Antonio Megalizzi. Un simbolo di aggregazione per ricordare le storie di questi tre giovani che hanno perso la vita e chiedere verità e giustizia sulla loro morte.
Il tema della libertà di stampa e di espressione si lega al Premio Leali delle Notizie in memoria di Daphne Caruana Galizia e a tutte le attività che l’associazione svolge da anni nella difesa della libera informazione. La cerimonia di consegna del premio è stata presentata nel corso della giornata di chiusura dalla corrispondente di guerra e scrittrice Barbara Schiavulli, che ha partecipato a diversi incontri del Festival del Giornalismo e ogni pomeriggio ha mandato in onda sulla sua Radio Bullets tutti gli aggiornamenti della manifestazione culturale ronchese con il programma Live @ Festival. Alla cerimonia di premiazione era presente anche il presidente dell’ Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Bartoli, che è intervenuto all’incontro organizzato nell’ambito del festival dal titolo “Giornalisti minacciati colpevoli impuniti” al quale hanno partecipato Stefano Corradino, Giuseppe Paciolla e Anna Motta, Pavol Szalai, moderati da Cristiano Degano.
Il riconoscimento è stato consegnato a Floriana Bulfon, vincitrice della IV edizione. Corinne Vella, sorella di Daphne, si è collegata da Malta per congratularsi con la giornalista.
«Sono davvero dispiaciuta di non poter essere quest’anno a Ronchi dei Legionari – spiega Corinne Vella -. Sono molto lieta che questo premio lo abbia vinto Floriana Bulfon, giornalista che ho conosciuto in passato a Roma grazie a un incontro organizzato da Articolo 21».
Floriana Bulfon è giornalista d’inchiesta freelance. Scrive per il settimanale “L’Espresso” e per il quotidiano “la Repubblica”. È inviata per RaiUno e collabora con RaiTre. Si occupa di criminalità organizzata, con particolare attenzione alla città di Roma, ma anche di terrorismo internazionale, pedofilia, cybersecurity. Le sue inchieste più recenti indagano anche sulle spie russe nel nostro paese. È stata insignita di numerosi premi per il coraggio e la determinazione dimostrati nel suo lavoro e ha subito molte gravi minacce, non solo da parte del clan Casamonica, tanto che la sua protezione personale è stata rafforzata. «Floriana, sempre in prima linea nel raccontare mafie e affari poco puliti, non si lascia mettere sotto scacco dalle intimidazioni subite e persegue la ricerca della verità con un incessante lavoro di approfondimento», ha detto il comitato scientifico che ha deciso di premiarla.
Il Premio ha ottenuto l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo e il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia, di Assostampa e della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. È stato realizzato questa volta dalla giovanissima artista locale Terezija Travain, diplomatasi l’anno scorso all’Istituto d’Arte Max Fabiani di Gorizia. L’intento di continuare a lottare per la libertà di espressione anche attraverso le forme dell’arte del nostro territorio.
«In Italia bisognerebbe dare più spazio a un giornalismo in cui si parli più di fatti che di opinioni – ha detto Bulfon nel ricevere il premio -. È necessario fare un lavoro di squadra e svolgere delle inchieste investigative a livello internazionale. Ci sono dei lavori a cui non avrei mai potuto ambire se non mi fossi unita ad altri colleghi. In Italia c’è ancora un giornalismo individuale. Se alcune testate invece si uniscono per lavorare insieme si può crescere. È importante fare rete anche per abbattere il trionfo delle mafie e combatterle».