Anche dalle Commissioni pari opportunità delle giornaliste con Giulia, la condanna per l’accaduto e la segnalazione al consiglio di disciplina competente

 

La brutalità della violenza, efferata e barbara, lo scherno e il disprezzo per la vittima nelle parole degli autori e nelle immagini circolate, un video che è ancora su Telegram e che alcune migliaia di persone hanno cercato di accaparrarsi.
Lo stupro di gruppo di Palermo è oggetto, da giorni, di una narrazione superficiale e tossica, spesso giustificativa dei sette ragazzi, nella assurda ricerca di alibi che facciano ricadere, in qualche modo, la responsabilità anche sulla giovane.
Le Commissioni Pari Opportunità di CNOG, FNSI, Usigrai e l’associazione Giulia Giornaliste, nel ricordare i principi contenuti nel Manifesto di Venezia e nell’articolo 5 bis del testo unico deontologico, denunciano la gravità del contenuto dell’articolo pubblicato su un quotidiano online – “Stupro Palermo, torna in carcere Riccardo Parrinello” del 24 agosto 2023, in cui sono riportati il nome e il cognome della ragazza violentata.

Una scelta che rappresenta una violazione di gravità assoluta, sottolineata anche dal Garante della Privacy, che è stato informato di questo nuovo episodio, che comporta conseguenze, di carattere sanzionatorio, perché la diffusione dei dati personali delle persone vittime di reati sessuali ha risvolti penali.

Le Cpo Fnsi, Odg, Usigrai e Giulia Giornaliste presenteranno un esposto all’Ordine regionale di competenza (Lombardia) nei confronti del direttore responsabile della testata, per aver autorizzato la pubblicazione di elementi che permettono l’identificazione di chi ha subito lo stupro, esponendo la giovane donna, vittima una seconda volta, a un gogna mediatica attraverso la diffusione di elementi, per prime proprio le generalità

STAMPA QUESTA PAGINA