Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, nella giornata conclusiva della sessione di dicembre, ha approvato all’unanimità un documento in cui “sollecita un dibattito pubblico sul diritto di accesso alle piattaforme social che, pur essendo di proprietà privata, svolgono ormai una funzione pubblica.

L’oscuramento totale del canale YouTube e la cancellazione di oltre 2000 video decisa dal gestore della piattaforma, senza alcuna trasparenza nella policy adottata ai danni di un collega, che per protesta ha attuato per diversi giorni lo sciopero della fame, contrasta con la libertà di pensiero ed espressione tutelate dalla Costituzione italiana, dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e dal Patto ONU sui diritti civili e politici.
Nonostante le policy delle piattaforme a tutela degli utenti, le decisioni del gestore sono spesso affidate meccanicamente ad algoritmi, senza alcun discernimento caso per caso.
Il CNOG, sollecita tutti i soggetti interessati – non solo i gestori, ma anche i regolatori pubblici e le forze sociali – ad aprire un confronto sui criteri e le policy di accesso e/o esclusione adottate nelle piattaforme Web, criteri che devono essere trasparenti e che non possono prescindere dalla tutela dell’informazione professionale di qualità nel rispetto delle leggi sulla libertà di stampa.”

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