Interviste a Stefania Battistini, Asmae Dachan, Nancy Porsia, Domenico Quirico, Nello Scavo, Francesco Semprini, Lorenzo Turi e Leonardo Zellino
Come si racconta una guerra? Cos’è la paura? E il ritorno a casa? Alcuni dei principali inviati si raccontano alla giornalista Antonella Ciervo, autrice del libro Con i piedi in guerra (Edigrafema Edizioni, pp 136, 16 euro), svelando il volto di chi appare davanti alla telecamera o firma una cronaca dai conflitti del mondo.
L’opera descrive le vite e i sentimenti di chi si muove fra il dolore della morte e l’impegno nel dar voce a chi non ne ha. Dietro volti celebri che fanno parte della storia del giornalismo, ci sono scelte professionali ma anche umane.
Nell’introduzione al volume, Ciervo scrive: “Sono combattenti perché vanno in guerra come chi deve difendere la propria patria, affrontano i cecchini, gli avversari, a volte si trovano addirittura a scavare trincee e sentono la paura a ogni passo, come se fossero soldati al fronte. Gli inviati di guerra hanno, però, una sola arma con cui affrontare il nemico: le parole. Che compongono una notizia. Che definiscono l’informazione. Usate per far comprendere che ogni conflitto porta con sé tragedie umane, ragioni, torti, violenze, prevaricazioni, danni economici”.
Antonella Ciervo, giornalista, ha cominciato la sua carriera nel 1983 al quotidiano “Puglia” di Bari diretto da Mario Gismondi. Negli anni, numerose sono state le sue collaborazioni con altre testate da “La Città” al “Corriere del Mezzogiorno” a “Il Quotidiano del Sud” dove lavora ancora oggi nella redazione di Matera, città nella quale si è trasferita nel 1998 in occasione della nascita del quotidiano “La Nuova Basilicata”. Già autrice di tre romanzi per Edigrafema, questo è il suo primo libro che si occupa di attualità.