Di Carlo Bartoli e Alessandra Costante, presidente dell’Ordine e segretaria generale  FNSI                                          

“Il ddl Nordio approvato dal Parlamento contiene ulteriori restrizioni alla diffusione di notizie che possono essere di interesse pubblico inerenti l’attività della magistratura. La nuova stretta sulle intercettazioni e sull’avviso di garanzia, in nome del diritto alla riservatezza, rischia di intaccare il diritto contrapposto alla piena informazione di fatti rilevanti che meritano di essere portati tempestivamente  all’attenzione della opinione pubblica perché, come dice la CEDU, le notizie sono un bene deperibile. Non si tratta di essere né garantisti né giustizialisti, ma i giornalisti devono poter accedere a fonti che siano esaurienti al fine di raccontare, certamente con equilibrio e rispetto, perché una persona viene indagata, arrestata, condannata o assolta.

C’è il pericolo serio di far calare una cappa di silenzio soprattutto sulla fase delle indagini una volta che queste non sono più segrete. In tal modo si indebolisce la stessa azione di controllo che la stampa svolge verso la magistratura così come verso tutti gli altri poteri e si mette in discussione il bilanciamento tra diritto alla privacy e libertà di stampa.”

foto ANSA

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