Riunione presso la sala Verde di Palazzo Chigi                                                                                       

Il Governo ha convocato i rappresentanti degli Ordini professionali a Palazzo Chigi per illustrare le prospettive legate all’attuazione dell’autonomia differenziata regionale, la sintesi tra le norme sull’equo compenso e quelle del nuovo Codice degli appalti pubblici, l’intelligenza artificiale, la formazione e l’accesso. La riunione con i ventotto Ordini professionale si è svolta mercoledì 31 luglio presso al Sala Verde della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Alla riunione il Governo era rappresentato dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, dalla Ministra del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone, dal Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, dal Ministro della salute Orazio Schillaci, dal Viceministro della giustizia Francesco Paolo Sisto e dalla Sottosegretaria alle imprese e al Made in Italy Fausta Bergamotto.

Per il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti hanno partecipato il presidente Carlo Bartoli e la segretaria nazionale Paola Spadari. Bartoli ha ribadito l’importanza degli Ordini professionali come motori di innovazione ma che sono ormai necessari, come affermato anche dai presidenti di altri Ordini, interventi di semplificazione per un’azione efficace degli enti professionali, attualmente appesantiti da un eccesso di adempimenti amministrativi.

“Riteniamo urgente una semplificazione dell’azione disciplinare; con le norme attuali si rischia di vanificare la possibilità di garantire il rispetto della deontologia”. Bartoli si è poi soffermato sul tema del lavoro autonomo e dell’equo compenso. “La figura del lavoratore autonomo e freelance è sempre più diffusa fra i giornalisti ed è indispensabile, anche per l’equilibrio futuro del sistema previdenziale, che sia garantita un’equa retribuzione e la dignità del lavoro. Il 15 dicembre il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha approvato la proposta sui parametri per l’equo compenso e confidiamo che il Ministero della Giustizia, a cui ci lega uno spirito di stretta e leale collaborazione, lo approvi quanto prima”.

 

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