No a querele e richieste di danni ai giornalisti da parte della Pubblica amministrazione. Di fronte alla decisione della Giunta del Comune di Milano di chiamare in giudizio, in sede civile, con richiesta di risarcimento danni, il collega Gianni Barbacetto per i suoi post pubblicati dopo l’apertura dell’inchiesta giudiziaria sull’urbanistica, l’Ordine dei giornalisti della Lombardia non può che ripetere un punto fermo del proprio approccio ai temi della libertà di informazione: la Pubblica amministrazione, tenuta a rispettare i principi della Repubblica e del sistema liberaldemocratico che l’anima, è tenuta anche a rispettare la libertà di espressione e il diritto di informazione e di critica che sono il centro attorno cui ruotano questi principi. Querele per diffamazione, per quanto legittime, sono quindi uno strumento odioso quando proposte dal settore pubblico; e ancora più odiosa è la richiesta civile di danni, uno strumento abnorme introdotto per via giurisprudenziale nel nostro ordinamento.
A disposizione della Pubblica amministrazione c’è, nei casi in cui si temano davvero abusi del diritto di informare e del dovere di farlo correttamente, il Consiglio di disciplina territoriale, che lavora a pieno ritmo e ha soltanto bisogno, per poter davvero essere efficace, di un quadro giuridico che permetta la piena pubblicità delle proprie decisioni. Su questo tema ci piacerebbe che le pubbliche amministrazioni e il mondo politico della Lombardia si impegnino al nostro fianco, così come sul problema delle querele e citazioni temerarie.
( Il comunicato è stato approvato a maggioranza dal Consiglio dell’Ordine regionale )