Conferenza stampa congiunta, chi e perchè ha intercettato illegalmente i giornalisti?                                           

Intercettare i giornalisti è vietato dalle leggi italiane ed europee, il Media Freedom Act da poco in vigore, impedisce esplicitamente l’uso di spyware ai danni dei cronisti, salvo che per motivi di sicurezza nazionale. Il divieto riguarda non solo la captazione di tutte le conversazioni, messaggi e dati, ma anche del semplice inserimento del software di spionaggio.  Oltre al direttore di Fanpage Francesco Cancellato, intercettato con Graphite prodotto dalla israeliana Paragon, ci sono altri giornalisti spiati illegalmente? Siccome questo software è in dotazione solo ad alcuni Stati, chi ha autorizzato l’utilizzo illecito? O sono schegge fuori controllo di apparti dello Stato?
Per chiedere risposte chiare e trasparenti la Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Ordine nazionale dei giornalisti hanno presentano una denuncia contro ignoti alla Procura di Roma con l’intento di fare chiarezza sul caso dei giornalisti e attivisti spiati, anche in Italia, attraverso lo spyware Graphite della società Paragon Solutions.

L’iniziativa è stata illustrata nel corso di una conferenza stampa, mercoledì 19 febbraio nella sede del sindacato a Roma con la segretaria generale Fnsi Alessandra Costante, il presidente nazionale dell’Ordine Carlo Bartoli, il presidente della Fnsi Vittorio di Trapani e la segretaria nazionale Paola Spadari. Ha partecipato anche l’avvocato Giulio Vasaturo, che fornisce a sindacato e Ordine supporto legale a sostegno dell’iniziativa.

“La denuncia riguarda reati gravissimi ai danni di uno o più giornalisti; è una vicenda – afferma Carlo Bartoli – che presenta troppi lati oscuri. È la prima volta nella storia che l’Ordine assume un’iniziativa di questa portata; si tratta di un atto straordinario ma necessario. Siamo consapevoli dell’impatto e della rilevanza della nostra iniziativa, ma non è possibile attendere oltre: vogliamo la verità. È intollerabile che non si sappia chi e perché ha spiato dei giornalisti, un’attività che confligge con i principi elementari di uno stato di diritto, della democrazia. Abbiamo atteso fin troppo; per questo abbiamo quindi deciso di rivolgerci alla Procura della Repubblica. Non ci può essere il segreto di Stato su chi spia in maniera illegale i giornalisti. Tra l’altro – aggiunge il presidente dell’Ordine – Graphite non è un software che si compra al supermercato; quindi, vogliamo sapere chi è stato e perché è stata presa questa decisione. Non stiamo difendendo la privacy dei giornalisti, ma il diritto di proteggere le loro fonti. Se non ci sarà chiarezza ogni cittadino si potrebbe sentire in pericolo nel rivelare informazioni rilevanti per l’interesse pubblico a un giornalista.”

“Siamo di fronte a fatti che non solo violano il codice penale, ma la stessa Costituzione: la stampa è libera, ricorda la segreteria generale Fnsi Alessandra Costante – E’ probabile che altri giornalisti siano stati o siano ancora spiati. Il Media Freedom Act vieta esplicitamente lo spionaggio dei giornalisti. Ricordiamoci, però, che l’Italia, con la Francia, è il Paese che non voleva questa norma di garanzia. Chiediamo e pretendiamo chiarezza. Porteremo questa vicenda anche all’attenzione della Commissione europea con cui a breve vi saranno dei colloqui in vista del prossimo rapporto sullo Stato di diritto nella UE”.

“Quello che noi vogliamo – rimarca il presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani – è sapere chi è stato spiato, da chi e perché è stato spiato. Non è tollerabile il segreto di Stato su informazioni del genere. Ricordiamoci anche il contesto internazionale in cui questo avviene, con un governo degli Stati Uniti che mostra derive autoritarie nei confronti dell’informazione, basta vedere come sono stati cacciati dalla sala stampa della Casa Bianca colleghe dell’Associated Press solo per non aver voluto chiamare ‘Golfo d’America’ un tratto di mare che ha sempre avuto un altro nome”.

Sul contesto italiano si è invece soffermata la segretaria nazionale dell’ordine Paola Spadari ricordando come l’Italia sia il Paese con il numero più altro di giornalisti minacciati e oggetto di azioni legali intimidatorie, Spadari ha anche riferito di aver posto il problema dello spionaggio al tavolo di coordinamento del Centro interforze per la sicurezza dei giornalisti istituito dal Ministero dell’interno e riunitosi di recente presso la Direzione centrale della Polizia criminale.

Ordine e Federazione lanciano inoltre un appello a tutte le giornaliste e giornalisti ad avvisare Odg e Fnsi nel caso abbiano ricevuto un avviso alert sul proprio telefono in modo da integrare la denuncia.

 

Denuncia Paragon OdG Fnsi 19-2-2025

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