A  tre anni dall’aggressione mafiosa subita da Maria Grazia Mazzola inviata speciale del TG1, il giudice del Tribunale di Bari Giovanni Anglana ha condannato a 1 anno e 4 mesi di reclusione Monica Laera, moglie del boss Lorenzo Caldarola del clan Strisciuglio di Bari, per i reati di lesioni e minacce in continuità aggravate dal metodo mafioso ai danni della giornalista Rai che stava realizzando un servizio in strada.  “Questa sentenza – commenta il presidente del consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna – conferma che i giornalisti italiani non si arrendono davanti al tentativo di far tacere con la violenza fisica e con la minaccia  la voce di chi garantisce ai cittadini un diritto sancito dalla Costituzione. Non ci sono territori dove ciò possa avvenire impunemente. Saremo sempre a fianco dei colleghi  e delle colleghe che le subiscono”.

“Il giudice ha ristabilito la verità. Riconosciute – spiega in una nota Stampa Romana – anche le richieste di parte civile, tra cui Stampa Romana, Ordine Nazionale dei Giornalisti, Libera e Comune di Bari. Non è accettabile che una cronista venga aggredita per strada e subisca lesioni permanenti, con minacce di morte. E la libera informazione non può subire ostacoli né ci sono zone del paese off limits. Questa decisione rilancia anche il tema di ottenere maggiori tutele normative per i cronisti”.    “ Con questa sentenza – aggiunge Maria Grazia Mazzola – hanno vinto i giornalisti italiani, ho vinto perché il giudice ha ristabilito la verità”.

Anche il sindaco Antonio Decaro ha espresso “soddisfazione” per la condanna di Monica Laera. “La condanna per lesioni e minacce con l’aggravante del metodo mafioso – commenta Decaro – riconosce la brutalità dell’aggressione subita da Maria Grazia Mazzola mentre svolgeva il suo lavoro. Il Comune, nel costituirsi parte civile con gli avvocati civici Biancalaura Capruzzi e Camilla Caporusso, ha voluto sin da subito condannare con fermezza quest’atto violento chiaramente riconducibile a logiche di supremazia e controllo del territorio proprie dei clan criminali”. “A Maria Grazia Mazzola, che con coraggio ha denunciato l’accaduto, giunga l’abbraccio dell’intera città e la solidarietà di tutti i baresi che come lei non si sono mai arresi davanti a queste logiche. L’informazione, il diritto alla cronaca e il lavoro di denuncia nella nostra città – conclude – sono un diritto sacrosanto da difendere in tutte le circostanze”.

STAMPA QUESTA PAGINA