A Milano la manifestazione con il corteo per ricordare le vittime di mafia. Un convegno su come le mafie ostacolano il lavoro del giornalista: intimidazioni, minacce, querele strumentali. I metodi per tacitare reporter di strada, cronisti di provincia ma anche firme di prima pagina.
(Foto Sara Tirrito – Scuola Walter Tobagi)
In occasione della XXVIII Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, la famiglia Paciolla, insieme ai Rocchelli e ai Toni, partecipa al corteo organizzato a Milano dalla rete “Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. La Giornata è riconosciuta ufficialmente dallo Stato, attraverso la legge n. 20 dell’8 marzo 2017.
Libera ha scelto nel 2023 di proporre la manifestazione a Milano in una città del Nord (dopo Padova, nel 2019) e di organizzare nuovamente, superati i limiti imposti dalla pandemia, un corteo nazionale.
“È possibile” è lo slogan scelto per questa edizione. In Lombardia sono giunti da ogni parte d’Italia, per catalizzare le energie di quanti vogliano impegnarsi per la costruzione di orizzonti di giustizia sociale, contro le mafie e la corruzione. Il corteo si concluderà come ogni volta con la lettura ad alta voce dei nomi delle vittime innocenti delle mafie. Un elenco lungo 25 pagine. Il primo nome risale al 1861, segno dell’antico radicamento dei metodi mafiosi, l’ultimo è Antimo Imperatore, ucciso per sbaglio l’anno scorso a Napoli.
Nel pomeriggio una serie di appuntamenti. A partire dalle 14.30, nell’Aula Crociera dell’Università Statale, in via Festa del Perdono, si terrà l’incontro “Non disturbare il manovratore. Come mafie e corruzione ostacolano il lavoro del giornalista. Dalle minacce alle querele” moderato dal Giornalista, consigliere nazionale dell’Ordine, Danilo De Biasio, al quale partecipano Nello Scavo (anche lui consigliere nazionale dell’Ordine) e Sara Manisera, che in contesti differenti hanno provato il gusto amaro delle intimidazioni e delle querele strumentali. Tre cronisti racconteranno cosa significa fare inchiesta abitando in un territorio “mafiosizzato”: Mimmo Rubio, Elia Minari e Riccardo Orioles.
(foto di Luca Peluzzi – Libera)
Beppe Giulietti (Articolo 21) e Vittorio Di Trapani (Presidente FNSI) dovranno dirci come le istituzioni della categoria possono difendere i giornalisti e il loro lavoro. E poi i parenti di vittime degli affari loschi: Aldo, il fratello di Italo Toni; Elisa e Rino, i genitori di Andy Rocchelli. Non potrà mancare Elena Ciccarello, la direttrice di “La via libera”, il giornale di Libera.