L’archiviazione del procedimento “a carico del collega Massimiliano Scagliarini (della Gazzetta del Mezzogiorno, ndr) per presunta diffamazione a mezzo stampa ai danni dell’ex magistrato Michele Nardi e del commercialista Massimiliano Soave dimostra che, nel riferire di un’inchiesta della Procura di Bari, il collega esercitò legittimamente il diritto di cronaca. Se ci fu una fuga di notizie, non era certamente imputabile al giornalista. In casi come questo, infatti, è dovere del giornalista pubblicare le notizie, dopo averne accertato la veridicità, e non certo nasconderle”. Lo sottolineano in una nota Assostampa Puglia e Ordine dei Giornalisti della Puglia, aggiungendo che “il provvedimento di archiviazione, disposto dal gip del tribunale di Bari Nicola Bonante, non cancella l’aspetto più inquietante della vicenda: l’acquisizione, nel corso delle indagini, dei tabulati telefonici delle utenze intestate al collega Scagliarini, consegnati anche ad uno degli imputati, per risalire alla fonte
della notizia”. Per Assostampa e Odg Puglia “si è trattato di un atto inaccettabile, lesivo del diritto di cronaca e del diritto alla segretezza delle fonti riconosciuto ai giornalisti. Una pratica cui si ricorre sempre più spesso in più parti d’Italia, facendo carta straccia delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’Uomo, che ne ha più volte dichiarato l’inammissibilità”. L’auspicio, concludono, “è che tali eccessi possano essere presto adeguatamente sanzionati nelle sedi competenti perché in
un Paese democratico a nessuno, neanche a chi indossa la toga, può essere consentito di indebolire il diritto dei giornalisti di informare e il diritto dei cittadini ad essere informati”.
(Fonte ANSA).

STAMPA QUESTA PAGINA