Una sentenza che rischia di stabilire un pericoloso precedente per i giornalisti degli uffici stampa delle amministrazioni pubbliche. È sulla base di queste considerazioni che l’Ordine dei Giornalisti del Piemonte e l’Associazione Stampa Subalpina hanno deciso di ricorrere al Consiglio di Stato contro la sentenza con la quale il Tribunale Amministrativo Regionale ha giudicato inammissibile il ricorso proposto contro il bando per la selezione di una risorsa per l’ufficio stampa del Consiglio Regionale del Piemonte. Una scelta, quella del ricorso, condivisa dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti e dalla Federazione Nazionale della Stampa e che nell’udienza di fronte al Consiglio di Stato si costituiranno “ad adiuvandum”.
Riteniamo che le organizzazioni di categoria abbiano il diritto di impugnare direttamente un bando di concorso per contestare il mancato rispetto della legge 150/2020, quando queste prerogative sono chiaramente esplicitate negli statuti delle organizzazioni sindacali, mentre per quanto riguarda l’Ordine sono chiaramente enunciate nella legge 69/1963 che affida a questa istituzione la “vigilanza per la tutela del titolo di giornalista in qualunque sede, anche giudiziaria, svolgendo ogni attività diretta alla repressione dell’esercizio abusivo della professione”.
In ragione di queste considerazioni Ordine e Sindacato dei giornalisti nelle sue articolazioni nazionali e regionali, confidano in un esito positivo del ricorso al Consiglio di Stato che imponga il rispetto della legge 150/200 da parte della Regione Piemonte e che rimuova ogni dubbio sulla possibilità delle associazioni di categoria di rappresentare anche in sede legale delle ragioni di giornaliste e giornalisti.