Il presidente del Cnog alla presentazione del libro di Ruben Razzante, “Serve uno strumento come un Giurì dell’informazione”

“Sono assolutamente convinto che l’industria culturale, l’informazione, i dati siano l’ambito che deciderà la ricchezza delle nazioni e della società. C’è la necessità di recuperare il tempo perduto per provare e disegnare il futuro”. Lo ha detto il presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli intervenendo alla presentazione a Roma della nona edizione del “Manuale di diritto dell’informazione e della comunicazione” di Ruben Razzante (ed. Cedam-Wolters Kluwer). “Il problema della disinformazione è cresciuto con la pandemia – ha aggiunto -. I percorsi dei cittadini hanno iniziato a divergere dall’informazione abituale per virare verso una serie di interlocutori in rete giudicati affidabili”. Per Bartoli è necessaria “una serie di interventi regolatori. Se c’è un argine alla disinformazione questo lo si trova non con gli algoritmi, ma ricorrendo a un’informazione professionale”. Serve che “il Paese investa di più nel pluralismo dell’informazione. Non possiamo dare più contributi sulla base quantitativa, ma serve una base qualitativa, come il rispetto delle regole base della deontologia professionale per erogare finanziamenti”. Per Bartoli inoltre contro i pochi giornalisti che agiscono male serve che l’Ordine si possa dotare di uno strumento che permetta di intervenire all’istante, come un Giurì dell’informazione. Non possiamo solo limitarci a interventi a posteriori”.

(ANSA).

 

STAMPA QUESTA PAGINA