Il pluralismo dell’informazione alla prova della crisi di fiducia nei media
di Davide Bennato
Il modo migliore di comprendere il rapporto fra pluralismo e democrazia è quello di collocare la relazione all’interno del quadro sociale di questi anni. C’è da dire che non è un quadro roseo, poiché diversi studi sottolineano come gli ultimi anni siano caratterizzati da un generalizzato calo di fiducia in tutte le istituzioni sociali, media compresi, nei quali il ruolo della pandemia non è stato quello di elemento causante, bensì quello di componente accelerante.
Questa situazione di calo di fiducia è molto forte in Italia: infatti nessuna istituzione in Italia gode della fiducia dei cittadini, ad esclusione del mondo delle imprese (Passoni 2022).
In realtà l’atteggiamento complessivo non è di sfiducia dichiarata, bensì di sostanziale neutralità, per quanto rispetto 2021, i media e il governo hanno avuto un calo di un punto percentuale, mentre le organizzazioni non governative (ONG) pur ottenendo un punteggio di neutralità hanno aumentato la propria percentuale. In particolare, il governo non viene percepito come in grado di risolvere i problemi ma neanche capace di svolgere una certa leadership, il che mostra come dopo il breve periodo di fiducia verso le istituzioni nei confronti della pandemia, la percezione del rapporto cittadini-politica si sia inasprito.
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