Il difficile rapporto tra libertà di espressione e c.d. diritto all’oblio
di Guido Scorza
La storia dell’informazione e quella della privacy sono legate a doppio filo sin dalle origini e cioè da quel lontano 1890 nel quale due giuristi americani Samuel Warren e Luis Brandeis scrissero sull’Harvard Law Review “The right to privacy”, teorizzando così il “right to be let alone”, il diritto a essere lasciati soli che avrebbe poi rappresentato l’embrione che ha dato vita al diritto alla privacy moderna.
A ispirare il saggio di Warren e Brandeis, alcuni articoli, che oggi definiremmo di gossip, sulle nozze della figlia del primo, pubblicati dai primi cc.dd. “quotidiani gialli” del tempo, tra i quali il New York World di quel Joseph Pulitzer che sarebbe poi divenuto simbolo del giornalismo di qualità ma che, all’epoca, da editore, pare cedesse spesso alla tentazione di sacrificare la qualità dell’informazione sull’altare delle vendite con titoli, prime pagine, pezzi e immagini sensazionalistiche.
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