Un incontro sui temi del futuro della professione, qualità dell’informazione e accesso all’Ordine dei Giornalisti.

 

 

In Emilia-Romagna 6590 iscritti, 94% con Pec. Focus dell’incontro il tema dell’accesso alla professione e la proposta di revisione dei criteri interpretativi dell’articolo 34 della legge 69 del 1963

 

Un confronto sulle prospettive della professione, sul ruolo dell’ordine, sulle riforme necessarie per rendere la normativa coerente con i profondi cambiamenti intervenuti nel mercato dell’informazione. Nell’ambito dei confronti avviati con gli ordini regionali, Carlo Bartoli, presidente nazionale dell’ordine dei giornalisti, ha incontrato a Bologna i giornalisti dell’Emilia-Romagna: consiglieri regionali e nazionali, presidente del consiglio territoriale di disciplina, sindacato, Inpgi e Casagit, fotografi dell’Airf, responsabili del master in giornalismo di Unibo (la nuova edizione al via nei prossimi giorni), consiglieri della Fondazione Odg- Emilia-Romagna.

                       

Ad aprire i lavori il presidente dell’Odg Emilia-Romagna, Silvestro Ramunno, con una relazione in cui ha scattato una fotografia dell’ordine regionale (alcuni dati: 6590 iscritti, 94% con Pec, 85 corsi di formazione già organizzati nel 2022 con oltre 3600 partecipanti) e toccato alcuni punti al centro del dibattito sul futuro della professioni e sull’informazione di qualità: deontologia, direttiva copyright, trasparenza sugli algoritmi degli OTT. Ramunno ha rimarcato la differenza tra fonti algoritmiche e fonti giornalistiche, auspicando che questa distinzione sia sempre più chiara agli utenti. Un tema sul quale anche i giornalisti sono chiamati a fare la propria parte distinguendo ciò che è di interesse pubblico da ciò che è interesse ‘del’ pubblico. Focus del dibattito il tema dell’accesso alla professione e la proposta di revisione dei criteri interpretativi dell’articolo 34 della legge 69/63, già approvata all’unanimità dalla commissione giuridica del Cnog, che sarà al centro del prossimo consiglio nazionale dedicato. Il presidente Bartoli ha invitato la categoria a confrontarsi con il nuovo senza timori di sbagliare e ribadito l’ampia discrezionalità che avranno gli ordini regionali sulla valutazione delle richieste di iscrizione al registro dei praticanti in base alla nuova interpretazione. “Dobbiamo riconoscere il giornalismo ovunque esso sia e portare nell’ordine chiunque fa giornalismo”. Ramunno ha auspicato condivisione sulle regole fondamentali ribadendo “l’esigenza di ammodernare i criteri, di renderli coerenti con la situazione attuale. Questa esigenza va coniugata con la necessità di mantenere alta la qualificazione degli iscritti. Servono tutte e due le cose, l’equilibrio è difficile da trovare ma lo sforzo bisogna farlo”.

 

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