Corsi di formazione

A seguito della delibera del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti del 21 giugno 2005, i praticanti, per essere ammessi agli esami di idoneità, dovranno documentare la partecipazione a corsi di formazione o preparazione teorica anche “a distanza”, della durata minima di 45 ore, promossi dal Consiglio Nazionale o dai Consigli Regionali dell’Ordine che rilasceranno la certificazione di frequenza anche ai fini dei permessi previsti dall’art. 35, lettera i) del CNLG.
La decisione, infatti, si basa sulla facoltà che la legge riconosce al Consiglio Nazionale di fissare le modalità di svolgimento del praticantato. Il corso che tradizionalmente si svolge a Fiuggi, organizzato dal Consiglio nazionale, è programmato solo nelle sessioni di aprile ed ottobre.

News Corsi di formazione

Recuperare il “lettore perduto”

di Gennaro Annunziata
Il giornalismo sta attraversando una fase di crisi e profonda trasformazione, specialmente riguardo ai suoi modelli di diffusione e alla redditività delle imprese editoriali.

Come evidenziato da molti esperti, l’espressione “giornalismo digitale” è ormai quasi superflua: oggi il giornalismo è digitale poiché le informazioni si diffondono rapidamente in rete, spesso anche più velocemente rispetto ai tradizionali mass media “codificati” come giornali, notiziari, radiofonici e televisivi, e siti web di informazione.

Le notizie viaggiano soprattutto attraverso i social media, grazie alla possibilità offerta a ciascuno di noi di creare – consapevolmente o meno – contenuti “notiziabili” attraverso lo smartphone che tutti, o quasi, abbiamo in tasca.

La diffusione virale delle notizie entra inevitabilmente anche nei canali dei media tradizionali. La velocità e la viralità possono però comportare conseguenze negative: l’ansia dei media codificati di non “bucare la notizia” porta, talvolta, alla diffusione di informazioni inesatte e/o incomplete senza quell’indispensabile verifica che costituisce uno dei capisaldi del “fare giornalismo”…

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Informazione online, giovani e comunicazione sui social media

di Giovanna Cosenza
Osservare con attenzione e costanza i comportamenti delle generazioni più giovani nei confronti dell’informazione online, senza mai cadere o nel paternalismo, da un lato, o nello snobismo del “dove andremo a finire”, dall’altro, non è necessario solo quando una testata giornalistica vuole rivolgersi (anche) a loro, come spesso si pensa, ma è utile per parlare a tutte le fasce di età. Come vedremo, infatti, in un mercato mutevole come quello digitale, le tendenze giovanili spesso anticipano il futuro, nel bene e nel male, e per questo sono un serbatoio prezioso di informazioni e idee, che può non solo alimentare la creatività, ma prevenire crisi e problemi. I comportamenti giovanili nei confronti dell’informazione possono dunque offrire spunti e idee utili per cercare di risolvere alcuni problemi del giornalismo contemporaneo, in Italia e altrove. Fra l’altro, per una testata giornalistica lungimirante, comunicare con le nuove generazioni è fondamentale anche come strategia di lungo periodo, perché fidelizzare un segmento di pubblico fin dalle età più precoci – durante l’università e, prima ancora, negli ultimi anni delle scuole secondarie di secondo grado – significa anche, se non educarlo, almeno indirizzarlo verso buone abitudini di lettura che possano durare nel tempo…

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Comunicare la disabilità

Criteri interpretativi art. 34

Riforma giornalisti, la proposta dell’Ordine

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