L’Ordine della Lombardia propone un questionario per aiutarlo nella scelta dei corsi di formazione da organizzare

 

 

Assicurare ai propri iscritti una formazione continua utile e non solo dovuta. È quello che l’Ordine dei giornalisti della Lombardia intende fare nei prossimi anni.

È un cambio di prospettiva radicale. E necessita di un approccio radicalmente diverso: uscire dalla logica di una formazione obbligatoria (per statuto) e passare a una formazione necessaria agli iscritti perché funzionale a stare meglio sul mercato.
Alcuni dati per spiegarci meglio.

I dati

Sugli oltre 23 mila iscritti all’Ordine dei giornalisti della Lombardia, quelli con meno di 40 anni sono circa 3.700, con una media di professionisti del 20% (contro il 40% nelle altre fasce di età). L’Ordine appare cioè come una piramide rovesciata. Alla giuntura di quella cifra – chi oggi ha 40 anni – si colloca un discrimine formativo chiave: la trasformazione digitale che ha stravolto il mondo dell’informazione, innovandone strumenti e processi. Come conciliare bisogni formativi di questi due pezzi della piramide? Come evitare che la formazione risulti inadeguata ai nativi digitali e ostica agli altri?

La strategia

Per un verso, occorre offrire ai giornalisti over 40 una formazione che consenta loro di padroneggiare le nuove tecnologie per rimanere nel mondo del lavoro. Dall’altro, occorre dimostrare a chi ha meno di 40 anni che una formazione che faccia davvero la differenza può arrivare dal loro riferimento istituzionale, l’Ordine dei Giornalisti.

Democratizzare l’offerta

Si può fare tutto questo in molti modi. Ma c’è un punto decisivo, sul quale chiediamo oggi il confronto con gli iscritti.
La formazione è stata fin qui gratuita, e in larga parte lo resterà in ogni caso: l’iscritto paga la quota all’albo per avere in cambio – tra gli altri servizi – anche quella formazione “dovuta” di cui si è detto. Ci sono però molti corsi, a volte indispensabili per la professione, che oggi vengono erogati soltanto da enti terzi: hanno costi elevati per chi li organizza e prezzi insostenibili per la maggior parte degli iscritti. Molto spesso sono corsi legati all’area digitale, all’autoimprenditorialità, all’uso delle nuove tecnologie, cioè alle aree a più alto valore aggiunto, perché indispensabili per stare sul mercato.
Noi vogliamo che questi corsi siano disponibili agli iscritti a prezzi così bassi da essere accessibili a tutti. Che siano gestiti dall’Ordine e a suo carico, con un contributo simbolico di chi frequenta: pagare poco e frequentare tutti è un modo per democratizzare l’offerta formativa, includendo quella parte attualmente fuori dal perimetro dell’Ordine.

Il questionario
Sappiamo che è un cambio di prospettiva. E prima di procedere vogliamo chiedere il tuo parere attraverso un questionario su una iniziativa formativa che stiamo ideando con il Politecnico di Milano sui temi della trasformazione digitale. L’obiettivo è capire per quali tematiche saresti disposto a versare una quota simbolica (massimo 50 euro) per un corso che altrimenti compreresti di tasca tua a un prezzo 10 o 20 volte superiore. Su quali corsi chiederesti all’Ordine di investire per colmare la differenza? Dalla tua risposta capiremo meglio se e come andare avanti su questa linea.

Clicca qui per compilare il questionario.

 

 

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