Comunicare la Disabilità. Prima la persona la guida per una comunicazione adeguata e rispettosa delle persone con disabilità è stata presentata giovedì 18 aprile nella sala Ocera, della sede dell’Ordine nazionale dei giornalisti a Roma. Promossa e ideato dal Coordinamento per le pari opportunità dell’Ordine nazionale, la guida è curata dai giornalisti Antonio Giuseppe Malafarina, Claudio Arrigoni e Lorenzo Sani (consigliere nazionale e componente del Cpo Cnog).
L’incontro è stato introdotto da Carlo Bartoli, presidente dell’ Ordine nazionale dei giornalisti, seguito da un videomessaggio della Ministra per le disabilità Alessandra Locatelli. E’ quindi intervenuta Elisabetta Cosci, coordinatrice del Cpo dell’Ordine nazionale e, a seguire, gli autori Claudio Arrigoni e Lorenzo Sani che hanno illustrato il loro lavoro, raccontando come “La cultura delle abilità dà valore alle diversità: l’esperienza della guida”. Hanno partecipato anche Luca Pancalli, Presidente Comitato Italiano Paralimpico, Vincenzo Falabella, Presidente Fish e Consigliere Cnel e Massimo Maggio, direttore CBM Italia ETS. All’incontro ha partecipato anche Silvia Garambois in rappresentanza di Giulie Giornaliste, il testo contiene infatti anche un contributo di Giulia Giornaliste Sardegna/ gruppo Carta di Olbia.
La guida è uno strumento formativo che aiuta a rimodulare espressioni e terminologie inappropriate, ma ancora molto diffuse. Curata graficamente dallo studio Zonamista.it è accessibile alle persone cieche e ipovedenti e con dislessia, è scaricabile gratuitamente sul sito www.odg.it, con l’obiettivo della più ampia diffusione. La pubblicazione è disponibile anche in versione cartacea.
L’opera è dedicata al co-autore del progetto: Antonio Giuseppe Malafarina che ha collaborato alla sua stesura affrontando con entusiasmo e passione fino all’ultimo giorno di vita, l’11 febbraio del 2024. L’ha vista nascere nella bozza conclusiva impreziosita ora da uno dei suoi aforismi, che riflettono l’impareggiabile leggerezza con cui sapeva andare in profondità: “Inclusione è una parola magica: quando esiste, svanisce”.
Carlo Bartoli, presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha aperto la presentazione sottolineando che: “La Guida è uno strumento prezioso per i giornalisti, per tutti gli operatori di settore e sviluppa quanto asserito nell’articolo 6 del Testo Unico dei doveri del giornalista: Il giornalista rispetta diritti e la dignità delle persone malate o con disabilità, siano esse portatrici di menomazioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali. In questo caso il “rispetto” si esprime soprattutto con la terminologia adeguata. Come in tanti altri settori non esiste un linguaggio “assoluto” sulla disabilità, ma l’evoluzione dei tempi ci porta man mano ad adeguare le parole giuste al giusto significato, come occorre fare per i migranti, per i casi di violenza sessuale, per i minori.” La Ministra Alessandra Locatelli, che non poteva essere presente alla presentazione a causa di un impegno pregresso, al mattino ha incontrato il presidente Bartoli accompagnato da una delegazione del Cnog ed ha inviato un videomessaggio nel quale ha anticipato come “Grazie al decreto attuativo della legge delega, approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri, diamo un segnale importante nella storia delle nostre norme per una svolta culturale e civile: dopo tanti anni di tentativi cancelliamo da tutte le leggi ordinarie del nostro Paese termini come “handicappato” e “portatore di handicap” per sostituirli con le parole “Persone con disabilità”.- Locatelli ha quindi proseguito- Abbiamo avviato un percorso di rinnovamento profondo passando da un concetto di disabilità legato all’assistenzialismo ad uno che valorizza la persona, mettendola al centro”. La parola è quindi passata alla coordinatrice della Cpo Cnog, Elisabetta Cosci che ha ricordato come la Cpo stia lavorando da tempo sulle questioni legate ai linguaggi e alle corrette parole da usare nel racconto giornalistico e come fin dal suo insediamento abbia deciso di ampliare il suo campo di azione ideando uno strumento di facile consultazione che fornisca ai colleghi e alle colleghe indicazioni sui termini e sulle parole da usare nel racconto della disabilità, che non siano discriminatorie, ma rispettose delle persone e dei loro diritti. Massimo Maggio, direttore di CBM Italia ETS ha sottolineato che: “La versione cartacea della guida è arricchita dall’estratto della prima ricerca su povertà e disabilità in Italia, a cura di CBM Italia ETS e Fondazione Zancan. La ricerca dà voce alle famiglie, che confermano quanto sia più opprimente il disagio sociale e culturale rispetto a quello economico.- Quindi ha aggiunto -La chiave per realizzare i servizi umanizzati richiesti è riconoscere le risorse e il valore delle persone con disabilità, per ridurre lo stigma e creare opportunità di inclusione. Ci auguriamo che questo lavoro sia uno strumento utile a favorire la cultura dell’inclusione, il rispetto e il protagonismo delle persone con disabilità». La parola è passata ai due coautori, Lorenzo Sani e Claudio Arrigoni, Quest’ultimo ha ricordato che: «Ora l’obiettivo è entrare nella cultura delle abilità, valorizzando le diversità: guardare alle abilità delle persone, ognuna con la sua condizione, diversa e unica. La comunicazione giornalistica e dei media in generale gioca un ruolo fondamentale per cercare di rimuovere definitivamente il prefisso “dis” alla parola disabilità. È questa la sfida che ci attende». Lorenzo Sani ha evidenziato che «La Convenzione Onu 2006, sottoscritta anche dal nostro Paese, mette ognuno di noi di fronte alle proprie responsabilità, perché siamo tutti coinvolti nel processo disabilità: chi per le proprie condizioni di salute e chi, in quanto appartenente alla società che non crea le condizioni affinché tutti possano godere degli stessi diritti e delle medesime opportunità. Oltre a termini discriminanti da mandare definitivamente in soffitta, nella rappresentazione della disabilità si sconta una polarizzazione molto diffusa, che oscilla tra il pietismo e basse aspettative di vita e il suo esatto opposto, l’eroismo. È un atteggiamento abilista, fortemente discriminatorio, che il nostro manuale, spero, possa contribuire a superare». Luca Pancalli, presidente nazionale del comitato paralimpico ha ripercorso i cambiamenti e le evoluzioni che in questi anni hanno interessato i termini utilizzati per raccontare la disabilità e le lotte che si sono fatte per conquistare i diritti delle persone. L’importanza dello sport per entrare nell’attenzione della comunità, strumento di contaminazione e quello di togliere alle persone con disabilità l’aggettivazione corporea, è stata una grande conquista che ha aiutato a far cambiare la visione, restituendo dignità. Vincenzo Falabella, Presidente Fish e Consigliere Cnel che ha ringraziato il presidente e la cpo per il confronto. La disabilità- ha ribadito Falabella- spesso è considerata una malattia e non è così, le parole sono importanti. Oggi abbiamo aperto cantieri di confronto con la politica, non si tratta di partiti, ma di diritti. Le parole vanno pesate e pensate, spesso possono far male se non si ha la consapevolezza, per questo questo strumento è importante e così è importante la rete che come movimenti associativi dobbiamo fare, lo sport è stato lo welfare del nostro paese, perché è stato inclusivo.