Autore: Gino Falleri
Editore: Centro di Documentazione Giornalistica (2018), pag.94, Euro 12,00

Il libro ripercorre le tappe più importanti della storia e delle regole del giornalismo, affrontando interrogativi e ipotesi sugli scenari futuri dell’informazione digitale. È un’ampia analisi, con riferimenti documentati, frutto di approfondite ricerche.
Per meglio comprendere da dove viene e dove sta andando il giornalismo, Falleri esamina, nei diversi contesti europei ed extraeuropei, la libertà di stampa, i diritti e i doveri del giornalista, la privacy, gli ordini professionali; con un originale punto di osservazione sul panorama italiano, confrontato con quello internazionale.
I punti chiave dello studio sono quelli dedicati alle luci e alle ombre della professione, alla deontologia, all’etica e alla morale; alla disciplina e al Testo unico delle carte deontologiche; infine, alle carte internazionali dei doveri.
L’Autore evidenzia che le istituzioni giornalistiche, per quanto attiene alle Carte dei doveri, sono molto caute in tema di innovazione. Soppesano, e valutano i pro e i contro, prima di realizzare qualcosa o di modificare l’esistente. Così è stato con i codici deontologici. Prima che ne fosse varato uno è trascorso quasi un secolo. In Europa sono stati i giornalisti polacchi della Galizia nel 1896 a dotarsi di regole di comportamento e, successivamente quelli svedesi e americani. Nei paesi “democratici-corporativi” da tempo esistevano sistemi di autoregolamentazione ed era in funzione il Press Council. Il primo è stato istituito nel 1919 dalla Svezia e, nel 1936, dalla Norvegia. Una volta preso l’avvio le nostre istituzioni professionali hanno dimostrato di non essere assolutamente “parche” nel legiferare. La Federazione della stampa italiana, nel giugno del 1957, approvò una Dichiarazione riguardante l’autodisciplina e i principi dell’etica professionale. Il Consiglio nazionale cominciò con un protocollo d’intesa sull’Informazione e la pubblicità (1988), per poi proseguire a regolamentare i vari aspetti della professione, soprattutto osservando le trasformazioni in atto nella società e quali fossero i comportamenti del giornalista nel riferire fatti ed eventi, attraverso le Carte dei doveri approvate per “autonormazione”; suggerite dall’importanza che riveste “l’informazione in una società democvratica, pluralista, multietnica e a più confessioni” e nel cui interno il giornalista non si limita solo a informare, ma assolve pure un ruolo propositivo e di tutela del cittadino.
Le Carte dei doveri, prima dell’entrata in vigore del Testo unico erano tredici, sedici se si includono quelle di Torino, della Toscana e di Trieste. Il Testo unico del 2015 è composto da cinque titoli e sedici articoli.
Una parte del saggio è dedicata al tema degli Uffici stampa. Falleri si sofferma, in particolare, sulla Legge 150/2000, per quanto concerne gli addetti stampa nella Pubblica Amministrazione. Un provvedimento legislativo non più giovane, superato in talune parti e con qualche interrogativo senza risposta. Infine ricorda che l’Ufficio stampa 2.0 è ben lontano dal comunicato e dalla rassegna stampa quotidiana di un tempo. Le tecnologie hanno mutato il modo di informare. Le competenze non si esauriscono nella gestione dei media tradizionali, ma si rivolgono sempre di più all’online.
Gino Falleri è Vice-Presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio. Dal 1987 è Presidente nazionale del GUS (Gruppo di Specializzazione degli Uffici stampa, presso la Federazione nazionale della stampa italiana). È Autore di numerosi saggi, tra i quali: “Diffamazione, libertà di stampa e rischi del giornalista”, “La riforma delle professioni”, “Il Portavoce, limiti e competenze”. Ha tenuto lezioni presso le Università di Chieti, di Pisa e della Libera Università degli Studi “S.Pio V” (Roma).

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