A Varese, nell’ambito del festival sul giornalismo “Glocal”, sono stati presentati i risultati della seconda edizione dell’Osservatorio sul giornalismo digitale nel corso di un panel intitolato “Salvare i giornalisti e le giornaliste per salvare il giornalismo” a cui hanno partecipato Mario Tedeschini Lalli, giornalista e storico, Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei giornalisti ed Antonio Rossano, giornalista, coordinatore dell’Osservatorio sul giornalismo digitale dell’Ordine dei giornalisti.

Bartoli ha evidenziato come la professione stia attraversando un cambiamento epocale che rischia di compromettere il ruolo fondamentale della stampa nella democrazia. L’Osservatorio sul Giornalismo Digitale, promosso dall’Ordine, ha l’obiettivo di monitorare il settore e produrre analisi che vadano oltre i dati quantitativi, focalizzandosi su qualità e rilevanza delle informazioni.

Inoltre, ha evidenziato che il giornalismo è in crisi non solo a causa del calo dei lettori e dei ricavi pubblicitari, ma soprattutto per la mancanza di una strategia strutturale di lungo termine da parte delle istituzioni e degli editori. Questa crisi non è congiunturale ma strutturale e, senza interventi mirati, rischia di minare il pluralismo informativo e, di conseguenza, la stessa democrazia. In assenza di un supporto strategico da parte del governo italiano, il giornalismo italiano è lasciato in balia delle grandi piattaforme digitali e dei nuovi modelli economici, senza risorse adeguate per innovarsi e rispondere ai cambiamenti in corso.

Tedeschini Lalli, ha descritto la trasformazione del giornalismo digitale come una “rivoluzione permanente” che, a differenza di altre rivoluzioni storiche, non ha una fine né una direzione univoca. Ha messo in evidenza che questa rivoluzione non porta a un sistema stabile ma richiede un costante adattamento, costringendo i giornalisti a navigare in un contesto in continua evoluzione.

Tedeschini Lalli ha anche discusso il concetto di “salvare il giornalismo” come una questione di preservazione dei valori intrinseci della professione, piuttosto che di sopravvivenza dei giornali come entità fisiche.

Rossano ha presentato il lavoro svolto dall’Osservatorio sul Giornalismo Digitale, progetto nato per analizzare gli sviluppi del giornalismo nell’era digitale, sottolineando che il giornalismo non può continuare a rincorrere le piattaforme digitali e artificiali, come avvenuto in passato con Google e Facebook, senza una strategia chiara.

Ha spiegato i rischi derivanti dalle nuove modalità di ricerca basate sull’intelligenza artificiale, come la “search generative experience,” che produce risposte immediate ma sintetiche, disincentivando il lettore ad approfondire attraverso fonti dirette. Questo fenomeno, ha aggiunto Rossano, rappresenta una minaccia per l’interesse e la rilevanza delle fonti giornalistiche, poiché il lettore rischia di fermarsi alla prima risposta senza approfondire altri punti di vista.

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