Indagine su uno dei più grandi disastri ambientali del paese. Uno straordinario viaggio-inchiesta tra Augusta e Siracusa, lungo la costa più inquinata della Sicilia, dove la popolazione convive da mezzo secolo con i veleni di un gigantesco polo petrolchimico. Un reportage narrativo crudo e dolente sul disastro ambientale meno conosciuto d’Italia ma fra i più antichi e profondi.

 

 

 

Fazi editore collana Le terre / pp. 250 ca. / Euro 18.00 / In libreria dal 30 maggio

 

Prefazione di Enrico Bellavia. Postfazione di Alessandro Bratti
Inserto fotografico di Alberto Campi

“Cercare la verità è come scendere in fondo al mare: puoi trovare di tutto e a quel punto non puoi più tirarti indietro”. Rosario Fiorello

“Il quadrilatero della morte”. Così è stato ribattezzato il tratto della costa siciliana tra Augusta e Siracusa – nel dopoguerra «il più bel posto della Sicilia» secondo lo scrittore Tomasi di Lampedusa – dove ha sede il più grande polo petrolchimico d’Italia, il secondo in Europa, un Moloch che produce il 37% del PIL della regione: tre impianti di raffinazione petrolifera, due stabilimenti chimici, tre centrali elettriche, un cementificio, due fabbriche di gas industriale e
decine di aziende dell’indotto. In questi trenta chilometri di territorio dove fabbriche, cisterne e ciminiere si estendono a macchia d’olio sfigurando il paesaggio, ormai da mezzo secolo si consuma un disastro ambientale di proporzioni incalcolabili. Veleni industriali di ogni tipo – mercurio, piombo, idrocarburi, arsenico, benzene, biossido di zolfo e diossine – hanno contaminato il mare, la terra, l’aria e le falde acquifere, e sono entrati nelle case per mietere vittime, tra caduti sul lavoro, morti per tumore e malformazioni congenite nei neonati. Una tragedia colossale e silenziosa che assume le tinte dell’assurdo, allorché si scontra con l’immobilismo e la corruttela delle istituzioni, con bonifiche abortite e indagini insabbiate e con il cosiddetto “ricatto occupazionale”, che porta taluni ad affermare che sia «meglio morire di cancro che di fame». Il mare colore veleno è un lucido e appassionante reportage dai quattro comuni dello sciagurato quadrilatero: dalla città di Augusta al borgo di Melilli, da quello di Priolo Gargallo al capoluogo Siracusa. Qui dove il miraggio industriale si è dissolto in una lunga agonia sanitaria, economica e sociale, Fabio Lo Verso ha raccolto le testimonianze di attivisti, ex operai, sindaci, politici, procuratori, esponenti della comunità scientifica e difensori dell’industria, ma anche gente comune, famiglie colpite da gravissimi lutti, i cui sentimenti oscillano tra rabbia, paura e rassegnazione. Il mare colore veleno è un libro-denuncia urgente e dirompente che fa finalmente luce sui retroscena, i risvolti e le possibili soluzioni di una vicenda drammatica di cui si è colpevolmente parlato troppo poco e che rischia di inghiottire, come un buco nero, il futuro di un territorio e dei suoi abitanti.

«La distruzione dell’ambiente in Italia è stata resa possibile dal ricatto del lavoro: i cittadini sono stati costretti a scegliere la lenta morte per inquinamento per sfuggire alla più veloce morte per fame. La storia del petrolchimico di Siracusa è la stessa che spinge oggi tutto il pianeta sull’orlo del baratro. Conoscerla significa poter costruire antidoti culturali». Tomaso Montanari

«Un’inchiesta acuta che fa luce sull’Italia inquinata che si ribella e non vuole essere abbandonata nell’era della transizione ecologica». Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente.

«Un lucido e implacabile reportage. Un viaggio in piano su pochi chilometri di superficie, denso nella profondità delle
testimonianze, dell’analisi, dei risvolti e delle implicazioni lungo un pezzo di Sicilia che è nell’itinerario delle guide ma che
rimane fuori dagli spot e dalle cartoline turistiche. L’indicibile specchio della nostra vergogna». Enrico Bellavia

Fabio Lo Verso. Giornalista originario di Palermo, si è trasferito a vent’anni in Svizzera, dove ha lavorato
al quotidiano «Tribune de Genève» come cronista, editorialista e corrispondente parlamentare da Berna.
È stato poi direttore del quotidiano «Le Courrier» e in seguito del mensile di approfondimento «La Cité»,
da lui fondato con il concorso dei lettori. Oggi è membro di un consorzio internazionale di giornalisti
d’inchiesta in Europa. Il mare colore veleno è il suo primo libro.

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