Se questa categoria non trova la forza di marciare unita è già morta. È l’ora di smettere di essere i primi denigratori di noi stessi; dobbiamo ritrovare il nostro orgoglio e la consapevolezza dell’importanza del nostro lavoro”. Lo ha affermato il presidente del Cnog Carlo Bartoli intervenendo a Ragusa durante l’evento formativo dedicato a “Giornalista ieri, oggi, domani: la professione che cambia, il mestiere che sarà anche nella prospettiva del nuovo codice deontologico”  svoltosi nella sala “Gianni Molè” del Palazzo della Provincia a Ragusa.

“Bisogna – ha aggiunto Bartoli – riportare al centro il valore dell’informazione. Non possiamo consentire a nessuno di definirci come coloro che per un click in più, per una copia in più scrivono qualsiasi cosa senza rispettare la dignità delle persone.  Questa professione , e lo abbiamo detto in tutte le audizioni alla Camera e al Senato,  resta centrale per la democrazia e per la sua crescita”.  Dopo l’introduzione di Roberto Gueli, presidente  del consiglio regionale dell’Ordine regionale dei giornalisti della Sicilia  al seminario formativo che ha messo al centro la necessità di cambiamento della professione del giornalista dal punto di vista normativo e deontologico per essere all’altezza delle sfide contemporanee che la condizionano. Al centro degli interventi di Tiziana Tavella, presidente Consiglio regionale Assostampa Sicilia e coordinatrice della Commissione nazionale lavoro autonomo (Clan) Fnsi, di Roberto Ginex, consigliere nazionale Fnsi, e di Aldo Mantineo, componente anziano del Cdt regionale e commissario del Corecom Sicilia, anche l’equo compenso e lo strumento dei pareri di congruità. “Siamo stufi di essere trattati a pesci in faccia – ha incalzato Bartoli- e ringrazio il ministro dello sport Andrea Abodi che ci riceverà nei prossimi giorni – perché non è possibile che il presidente di una società calcistica spintoni un operatore ed impedisca ad un giornalista di intervistare un suo giocatore, umiliando la sua professionalità”. Un fatto questo che non resta isolato e che preoccupa  il Cnog che ha segnalato ufficialmente  al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi i casi di due colleghi fermati e portati in questura mentre svolgevano il loro mestiere di cronisti”.

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