Sono stati 332 le giornaliste e i giornalisti che hanno partecipato in presenza nella sede dell’Ordine nazionale e in collegamento dalle sedi degli Ordini regionali, al corso di formazione Il racconto giornalistico della violenza alle donne organizzato in concomitanza delle iniziative per l’8 marzo, dall’Ordine nazionale dei giornalisti con l’Osservatorio STEP ricerca e informazione.
L’ Osservatorio nazionale, indipendente è nato a fine 2023, dalla convenzione tra il Dipartimento di Psicologia dei processi di sviluppo e socializzazione dell’Università di Roma Sapienza, il Dipartimento Economia Ingegneria Società e Impresa dell’Università della Tuscia e le Commissioni Pari Opportunità dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, dell’Usigrai e l’associazione Giulia Giornaliste.

Un percorso comune tra mondo accademico e organismi, presieduto dalla professoressa Flaminia Saccà che condivide la cabina di regia con la giornalista Silvia Garambois ed ha come obiettivo il monitoraggio della rappresentazione sociale della violenza di genere sui media, dell’articolo 5 bis del testo unico, l’osservanza del Manifesto di Venezia. L’Osservatorio analizza come l’informazione italiana affronta, racconta e rappresenta il fenomeno della violenza maschile sulle donne.

Le strategie di contrasto alla violenza si alimentano anche con una buona informazione, questa è la funzione sociale dei media: non sostituirsi ad avvocati e magistrati, non indugiare sugli stati d’animo del carnefice successivi al fatto e accendere la luce giusta su donne che pagano la volontà di libertà e autodeterminazione con la vita.

Dopo i saluti di Paola Spadari, consigliera Segretaria dell’Ordine nazionale dei giornalisti, che ha ricordato l’importanza dei “reati spia” che spesso si consumano in ambito familiare, e che vengono sottovalutati dal mainstream, si sono succeduti gli interventi della Prof.ssa Flaminia Saccà, Sociologa, Sapienza Università di Roma, Presidente Osservatorio che ha parlato de Il progetto e l’Osservatorio STEP, fornendo un’ampia e articolata relazione sulla rivittimizzazione che colpisce le donne vittime di femminicidio o di violenza: Tre volte vittima. La rappresentazione sociale della violenza alle donne, questo il sottotitolo del suo intervento. Gli altri interventi sono stati della Prof.ssa Elisa Giomi, Commissaria AgCom che ha trattato il tema La violenza di genere tra informazione e immaginari mediali, Mara Pedrabissi, Presidente Cpo Fnsi ha proposto un interessante bilancio de Il manifesto di Venezia 7 anni dopo. La Prof.ssa Fabrizia Giuliani, Filosofa del linguaggio, Sapienza Università di Roma, Ricercatrice Senior e componente dell’ Osservatorio STEP, si è soffermata sulle Parole per colpire, parole per coprire. Il racconto della violenza di genere, mentre il Dott. Luca Massidda, Università della Tuscia, Ricercatore Senior, Osservatorio STEP ha affrontato la tematica: Conoscere e riconoscere i pregiudizi nella rappresentazione sociale della violenza di genere. Serena Bersani Presidente GiULiA nazionale ha portato all’attenzione delle colleghe e dei colleghi, l’importanza e il ruolo avuto e che ancora ha Una rete di giornaliste e giornalisti per cambiare il linguaggio dei media, Roberta Balzotti, coordinatrice CPO USIGRAI ha fornito uno spaccato della situazione dell’informazione di Radio e televisione pubbliche alla prova di un impegno contro la violenza sulle donne. LaDott.ssa Rosalba Belmonte, Ricercatrice dell’ Università della Tuscia e componente dell’Osservatorio STEP, ha mostrato esempi di Retoriche e cattive pratiche nel racconto della violenza alle donne. La giornalista Mimma Caligaris, rappresentante IfJ, la federazione internazionale dei giornalisti e delle giornaliste, ha aperto una finestra sulla situazione a livello internazione e su come Le giornaliste (del mondo) ci guardano. Elisabetta Cosci, coordinatrice Cpo Ordine nazionale dei giornalisti, che ha moderato il corso, ha rimarcato quanto sia fondamentale aver unito due linguaggi così diversi come quello dell’accademia e quello del giornalismo, nel rispetto della Costituzione, che all’articolo 21 ci obbliga a fare non solo informazione, ma nel caso specifico una corretta informazione. Cosci ha quindi illustrato la genesi e i contenuti dell’articolo 5bis, inserito nel gennaio 2021, nel Testo Unico della deontologia dei giornalisti e delle giornaliste, che indica cosa è lecito raccontare e mostrare quando si tratta di argomenti delicati come la violenza nei confronti di donne o di qualsiasi persona, qualunque sia la sua identità sessuale. Molte le domande e gli interventi anche dal pubblico che hanno sollecitato riflessioni e sollecitazioni a continuare sulla strada della formazione di qualità, fornendo strumenti per una corretta, attenta e rispettosa informazione

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