Bartoli, siamo pronti a fare la nostra parte, spetta ai pm impedire abusi                            

In un intervista al Messaggero e in una dichiarazione all’agenzia Ansa il presidente dell’Ordine  manifesta la disponibilità al dialogo purchè vengano affrontate tutte le criticità della professione e i giornalisti siano dotati di norme aggiornate che consentano una efficace  autoregolamentazione.

Sul fronte delle intercettazioni “non servono altre leggi, perché la riforma Orlando, entrata in vigore a settembre 2020, ha dato buona prova di sé”. Ne è convinto Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei giornalisti che chiarisce la posizione in una dichiarazione all’agenzia Ansa. “Nell’uso delle intercettazioni ci possono essere errori, fatti dal magistrato, che inserisce nel fascicolo brani ‘non utili’, e dai giornalisti che non riconoscono necessità di ‘pulire’ i documenti da elementi che non fanno parte della notizia”, premette Bartoli. “Noi siamo pronti a fare la nostra parte, purché venga garantita un’effettiva capacità sanzionatoria all’Ordine, che adesso non c’è; l’attività sanzionatoria sia più snella, non priva di regole; venga istituito un Giurì dell’informazione all’interno dell’Ordine che possa intervenire direttamente sui casi più importanti. Chiediamo anche una norma che obblighi gli Ordini a pubblicare le sanzioni”. Disponibili al confronto, quindi, “purché però si metta mano anche al resto, alle querele bavaglio, alla tutela del segreto professionale, al diritto all’oblio talvolta applicato in maniera eccessiva e indiscriminata. Sul tavolo – conclude all’Ansa – va messo tutto questo, non solo la riservatezza. Altrimenti, come direbbe Nordio, il pendolo va solo da una parte”.

Concetti analoghi  sono stati espressi in una intervista al quotidiano il Messaggero, sempre domenica 21 gennaio, con la quale il presidente dell’Ordine sottolinea la necessità che il giornalismo si doti di un efficace sistema di autoregolamentazione “altrimenti  si rischia di sconfinare nell’informazione di regime”.  Bartoli ha ricordato che esiste già una legge, la 216 del  2017  che va applicata. “Anche i giornalisti hanno le loro responsabilità ma  questo non giustifica nuove limitazioni”.

Nell’intervista al quotidiano romano il presidente dell’Ordine ricorda la proposta di un Giurì dell’informazione per  intervenire con efficacia sui possibili errori dei giornalisti,, esprime inoltre soddisfazione per la decisione dell’Agcom di  imporre alle grandi piattaforme digitale di versare un quota agli editori a fronte dei servizi resi online.

INTERVISTA MESSAGGERO BARTOLI 21gen

(pubblicato ore 22.00)

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