di Flavio Fusi edizioni Exòrma 2024

Fusi racconta, ma solo dopo essersi preso la responsabilità di capire” (dalla prefazione di Giovanni Floris)

Flavio Fusi ha imparato il mestiere di giornalista alla vecchia scuola dell’Unità. Ha coltivato poi la passione TG3 della RAI. Ha inseguito come inviato tutte le più importanti crisi internazionali nel passaggio tra il secolo breve e il secolo belva. Le frontiere, le cadute dei muri, i nuovi muri sono stati per anni il suo pane quotidiano dalla Russia al Caucaso e all’Ucraina, Dai Balcani alla Cecenia, all’Africa alle Americhe. E’ stato corrispondente RAI da New York e da Buenos Aires. La ballata delle frontiere è un “romanzo meticcio” sulle frontiere fisiche o morali del mondo, tante le citazione poetiche e letterarie, a partire da quella contenute nel sottotitolo “storie di un secolo belva” da una poesia di Osip Mandelstam, grande poeta russo ucciso da Stalin, che Fusi adatta ai tempi attuali. C’è la capacità del giornalista di passare da una parte all’altra del mondo raccontando storie che sono simili nei territori crudeli della guerra, dove le vittime sono i civili, i bambini e le bambine che fuggono all’orrore e alla disperazione. E il suo racconto in questo modo abbatte le frontiere e i confini perché l’orrore è uguale ovunque si compia. Fusi è stato testimone delle più importanti crisi internazionali degli ultimi anni, adesso dischiude i suoi taccuini di appunti e si affaccia su un secolo che divora, su un pianeta di conflitti a bassa intensità che poi inevitabilmente deflagrano, come accaduto a Gaza. Le piccole storie degli ultimi si mescolano alla ricostruzione degli eventi e arrivano fino alla frontiera delle frontiere: “là dove la terra finisce e comincia il mare…”

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