La battaglia di una madre, la promessa fatta a un figlio
Chiarelettere
pag. 225 euro 18
Non si può vivere nell’odio. Non si semina niente Lydia Franceschi
«Lungo la strada della vita si incontrano tante persone, alcune non lasciano alcun segno, altre ci prendono per mano e ci guidano per farci capire da che parte sta il male e per che cosa vale davvero la pena lottare. Sono stata fortunata a incontrare Lydia Franceschi quando ero all’inizio del mio cammino nella vita. È stata un esempio. Non finirò mai di ringraziarla.»
Tiziana Ferrario
Tiziana Ferrario ha scelto la scrittura “lieve” del romanzo per raccontare la storia di Lydia Buticchi Franceschi, una donna coraggiosa, piena di ideali, per la quale la Costituzione è sempre stata un faro. Lydia ha vissuto tante vite in una sola, attraversando a testa alta tutto il 900. Il suo è un esempio di come si possa sempre trovare la forza per andare avanti, anche di fronte alle tragedie più grandi.
Il romanzo di Tiziana Ferrario inizia a gennaio del 1922 quando dal porto di Genova i fratelli Amedeo e Antonio Buticchi partono per Odessa per evitare l’arresto da parte dei fascisti per aver arringato gli operai dei cantieri navali di Vado Ligure. Odessa in quegli anni è il porto dove, pensavano i due fratelli, approdavano gli spiriti liberi. Lydia nasce a Odessa il 1° maggio 1923 e dopo 10 giorni è già orfana di madre. A 12 anni perderà anche il padre, con il quale è tornata in Italia. Giovanissima diventa una staffetta partigiana. Lydia viene catapultata in un cupo orfanotrofio, ma lei è caparbia, ama studiare e non si arrende: lavora di giorno e di notte studia. Negli anni 40 si laurea in chimica, cosa rara per una donna. Conosce Mario Franceschi, l’amore della sua vita. Si sposa, nascono i due figli, Roberto e Cristina, amatissimi dai genitori. Lydia insegna, diventa preside e i figli studiano. Roberto è uno studente modello, un ragazzo impegnato, pieno di ideali, a vent’anni s’iscrive all’Università Bocconi e sceglie economia politica, perché pensa che attraverso l’economia si possa cambiare la società. Il 23 gennaio 1973 durante una manifestazione pacifica, di fronte all’Università viene colpito alle spalle da un proiettile sparato dalla polizia. Passeranno 26 anni e tante battaglie legali, senza sapere la verità.
Tiziana Ferrario ricostruisce in maniera precisa e documentata gli anni del processo. Lo Stato – incapace di identificare i colpevoli – si assumerà l’intera responsabilità risarcendo la famiglia che devolverà tutto alla Fondazione Roberto Franceschi, costituita nel 1996 in memoria del giovane ucciso.
Lydia si è spenta a Milano il 29 luglio 2021. I proventi della vendita di questo libro sono destinati alla Fondazione Roberto Franceschi Onlus (www.fondfranceschi.it)
Tiziana Ferrario, giornalista, scrittrice e conduttrice, è stata uno dei volti del Tg1, inviata di politica estera e corrispondente da New York. Negli anni ha documentato guerre e crisi umanitarie. L’Afghanistan in mano ai talebani, la loro caduta, le difficoltà per il paese di andare oltre le dure leggi tribali che lo governano. Ha scritto Il vento di Kabul (Baldini Castoldi Dalai 2006), Orgoglio e pregiudizi (Chiarelettere 2017) e Uomini, è ora di giocare senza falli! (Chiarelettere 2020), La principessa afghana e Il giardino delle giovani ribelli (2021).