Editore: BeccoGiallo (2022), pag. 102, Euro 17,00

 

Abbiamo tutti una missione: creare

una nuova cultura del lavoro dove

 la dignità e il rispetto dei diritti

 ritornino a essere centrali.

Jean Pierre Yvan Sagnet                                       

 

Il volume è una graphic noveI sullo sfruttamento del lavoro nel mondo moderno, ispirata alla storia di Jean Pierre Yvan Sagnet, giovane camerunense che nel 2011 diventa il leader del primo sciopero dei braccianti in Italia.

Arrivato in Italia nel 2008, Sagnet si iscrive al Politecnico di Torino per studiare Ingegneria delle Telecomunicazioni, avendo vinto una borsa di studio. Finita la stessa, nel luglio 2011 si trasferisce per il periodo estivo a Nardò in Puglia. Inizia così a lavorare come raccoglitore di pomodori. Lì scopre il mondo del caporalato e dello sfruttamento in agricoltura e organizza una protesta contro le inumane condizioni di lavoro. Lo sciopero durato un mese ha portato all’introduzione del reato di caporalato e al primo processo in Europa, concluso con la condanna di imprenditori e caporali. Dopo la rivolta, Sagnet ha lavorato come sindacalista per la Flai-Cgil. Ha scritto saggi sulle discriminazioni sociali, ed è fondatore e presidente dell’Associazione NoCap, con la quale combatte lo sfruttamento e il lavora nero nel settore agroalimentare.

Nella “Città di Cap” gli Autori immaginano un paese  dove il Sole splende tutto il giorno e il mito della produttività cancella ogni diritto; ma una giovane donna si mette a capo della ribellione che restituisce voce agli sfruttati e rovescia il regime dei capi. In questo racconto-grafico c’è la cronaca e la storia, un vero reportage che può essere ricondotto al “graphic journalism”.

Paolo Butturini, segretario di “A mano disarmata”, nella sua testimonianza introduttiva, ricorda che scopo dell’Associazione è quello di raccontare le ingiustizie attraverso gli strumenti della multimedialità, documentari, libri, web, e ora, appunto, la graphic novel: “raccontare chi quelle ingiustizie le compie e perché, chi le subisce; chi le combatte e come nella convinzione che soltanto conoscere e comprendere aiuta a crescere meglio”. E aggiunge che gli interlocutori sono tutti i cittadini, in particolare “quelli di due mondi apparentemente lontani: la scuola e il giornalismo. ln realtà, educazione e informazione sono due pilastri sui quali edificare una società più giusta, più aperta e più solidale”.

Il libro è stato realizzato con il patrocinio del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e della Federazione nazionale della stampa italiana; con la collaborazione di NoCap e dell’Associazione “A mano disarmata”; e con il sostegno di IntesaSanPaolo.

 

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