Barachini: Ok al digitale ma va stroncata la spirale di autoreferenzialità

 

 

Bartoli: l’Ordine sarà sempre più impegnato sul digitale  

 

 

Da diversi anni, il mondo dell’informazione, della comunicazione e della divulgazione sta vivendo una rapida trasformazione, legata in particolare allo sviluppo del mondo digitale e alle sempre più presenti piattaforme della Rete. Vista l’importanza del tema e il numero costantemente crescente dei cosiddetti “web-magazine”, l’Ordine dei Giornalisti ha fatto un primo importante passo per tracciarne un profilo, cercando di capirne i tratti salienti, attraverso una indagine conoscitiva, sviluppata attraverso un questionario anonimo veicolato tramite una “web-survey”. L’obiettivo prioritario è quello di intraprendere un percorso di avvicinamento e di possibile interazione con le diverse tipologie di siti in Rete. L’organizzazione del convegno Digito ergo sum. L’informazione nell’era digitale, svoltosi martedì 24 gennaio alla Biblioteca Nazionale di Roma, è un primo passo rilevante: sono stati invitati tutti coloro che hanno risposto al questionario stesso, per analizzare e discutere la complessa situazione dell’informazione in Internet, a partire dalla presentazione dei principali risultati del sondaggio, che verranno rapidamente messe online.

I dati rilevati nell’ambito di questa indagine sono stati trattati ovviamente in forma anonima e analizzati da una equipe dell’Università degli Studi di Milano, coordinata dal Professor Paolo Natale. La base dati della popolazione di riferimento si è ottenuta unendo i dati di rilevamento di siti web di informazione, raccolti nel tempo dal giornalista Claudio Cazzola ed un elenco di siti di informazione aderenti all’Unione Stampa Sportiva Italiana.

Sono stati inviati 1400 questionari, ai quali hanno risposto 389 soggetti, che rappresentano il 29% circa del totale della popolazione di riferimento. La tematica prevalente di riferimento dei web-magazine, emersa dalle interviste effettuate, può venir raggruppata nei seguenti cinque tipi:

-sport: 34%

-cronaca e informazione: 29%

-turismo e tempo libero: 16%

-economia e technicality: 11%

-cultura e spettacolo: 10%.

L’analisi mette in luce una serie di elementi interessanti:

  1. La quasi totalità dei siti censiti ha al proprio interno almeno un giornalista iscritto all’OdG (85%).
  2. La vasta maggioranza (72%) appare interessata ad un rapporto con l’OdG, in particolare per creare un apposito Albo per autori di siti web.
  3. Anche i siti senza iscritti all’Ordine si dichiarano interessati (60%) ad un rapporto diretto. E soltanto il 13% tra loro ha un atteggiamento negativo.
  4. Oltre la metà dei web-magazine (55%) sono realtà autonome e indipendenti, che sopravvivono grazie alla pubblicità commerciale (63%).
  5. L’attività principale dei siti che hanno partecipato all’indagine è quella di fare giornalismo (60%), grazie ad una corretta informazione, che – a loro dire – sulle materie trattate è carente.

Infine due altre considerazioni interessanti.  La prima ha a che fare con il giudizio sul futuro dei giornali cartacei, di cui unicamente una parte minoritaria ne prevede la progressiva irrilevanza: soltanto meno del 20% ritiene infatti che siano destinati a scomparire entro qualche anno, laddove quasi il 60% dei contatti suggerisce una decisa ricollocazione del loro ruolo all’interno del mondo dell’informazione; il restante 20% circa non prevede una loro perdita di rilevanza negli anni a venire.

La seconda considerazione riguarda invece il rapporto che l’Ordine dei Giornalisti dovrebbe avviare con le testate online. Mentre, come si è sottolineato, soltanto una sparuta minoranza si dichiara contraria a qualsiasi modalità e forma di inquadramento volendo restare totalmente estranea al mondo dell’OdG, il 40% degli intervenuti al sondaggio pensa sia urgente attuare la formazione di un apposito Albo per le testate in Rete. Il 30% sottolinea la necessità di un percorso di iscrizione all’Ordine, mentre il restante 40% si dichiara comunque favorevole ad un’altra forma di riconoscimento.

Il ruolo e la presenza dell’Ordine dei Giornalisti vengono dunque giudicati piuttosto rilevanti anche per l’ecosistema digitale. Dopo gli interventi di Marco Giovannelli giornalista, Presidente dell’Associazione Nazionale della Stampa Online e di Mario Tedeschini Lalli giornalista, consulente strategie digitali editoriali e docente di Giornalismo digitale all’Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino, è intervenuto il senatore Alberto Barachini, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’informazione e all’editoria, per portare il suo saluto con il quale ha ribadito come “Anche l’editoria digitale deve avere il diritto di accesso al finanziamento pubblico ma è necessario che sia garantita qualità, un alto valore informativo, un alto contributo culturale e pluralistico. Ed è anche importante che sia in grado di restare sul mercato, altrimenti si tratterebbe di un finanziamento destinato ad alimentare un mondo che non riesce camminare con le proprie gambe”. Ma il punto essenziale deve sempre restare quello della “autorevolezza e credibilità” dell’informazione: “su questo fronte – avverte Barachini – non possiamo essere tolleranti. La spirale di autoreferenzialità della notizia va stroncata altrimenti si depaupera e il rapporto di fiducia che esiste con il lettore”- quindi ha ribadito- “L’informazione di qualità si paga e quindi si finanzia: allo stesso tempo dobbiamo lavorare con intelligenza per concepire i prossimi di passi, sapendo che di fronte abbiamo un’innovazione velocissima, di cui spesso non comprendiamo le dinamiche. Si deve quindi lavorare insieme e cooperare, così come è stato fatto con il copyright: insieme questi passaggi potranno essere fatti”. Occorre far crescere eticamente il mondo dell’informazione digitale, portandolo a seguire le norme e le regole del giornalismo tradizionale. Per vincere queste sfide occorre superare le diffidenze e i pregiudizi.

Le conclusioni sono arrivate dal presidente del Consiglio nazionale Carlo Bartoli, che ha comunicato come l’Ordine sia impegnato ad affrontare i cambiamenti posti nel campo dell’editoria digitale e dalla prossima settimana verrà presentato un vero e proprio osservatorio sul giornalismo digitale. “Il digitale è sempre più materia viva della nostra professione: l’online non è più figlio di un dio minore” ha detto Bartoli, ricordando che l’innovazione pone la necessità di affrontare una serie di norme come quelle sull’accesso al praticantato o questioni come quella dei contributi all’Editoria. “Riconosciamo al sottosegretario Barachini un’importante apertura al settore: anche noi abbiamo sostenuto la necessità di riconoscergli contributi se correlati alla qualità dell’informazione. Bisogna dare sostegno a questo mondo – ha sottolineato – premiando anche chi investe, chi assume, chi si aggrega con accordi, cooperative, associazioni. Questo è un settore che va sostenuto anche per garantire la coesione di realtà come quelle locali. L’impegno è quindi quello di tenere aperto un tavolo di confronto”. Anche la nuova regolamentazione Agcom, ha ricordato Bartoli, è “opportuna, ma pone problemi come ad esempio quello della remunerazione delle piccole realtà digitali e della loro possibilità di accedere alla contrattazione con le grandi piattaforme. Dobbiamo – ha concluso – pensare di dargli un sostegno su questo fronte.

a questo link la relazione di Mario Tedeschini Lalli : https://tedeschini.medium.com/riflessioni-su-un-quarto-di-secolo-di-giornalismo-digitale-le-invarianti-6ac98972106

 

Scarica qui la relazione del professor Paolo Natale.

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