Autore: Ennio Flaiano

Editore: Adelphi (2019), pag. 279, Euro 15,00

 

Per Ennio Flaiano la satira è già nella cronaca e nel costume della letteratura italiana: basta saperli guardare. Basta cioè guardare “fatterelli” in apparenza irrilevanti con un “occhiale indiscreto” (così si chiamava la rubrica che teneva nel 1945 su “Il Secolo XX”), in grado di applicare – per usare le parole di Anna Longoni che ha curato questa edizione – una “correzione metonimica”. La capacità visiva ne risulterà modificata e il dettaglio si trasformerà in patente, irridente testimone del tutto. Vale a dire degli inestirpabili vizi degli italiani: la natura di voltagabbana, il cinismo che sempre induce verso la parte del più forte, la “leggerezza di carattere”, l’intolleranza, la colpevole smemoratezza. Con gli anni, “l’orrore, la pietà e anche lo sconforto” che queste debolezze suscitavano si andranno accentuando e l’ironia, di fronte ai fenomeni di costume degli anni Settanta (la smania delle crociere, il femminismo, la passione per il calcio, la cultura della Makina, il turismo di massa), si farà più amara, tagliente.

In queste pagine sono raccolti articoli di Flaiano, scritti per varie testate, dal 1941 al 1972. I testi proposti sono ordinati in due parti (“Cronaca” e “Costume”) e consentono di ripercorrere l’evoluzione di Flaiano nelle vesti di critico della società, attraverso i pezzi apparsi negli anni Quaranta su “Documento”, “Risorgimento liberale”, “Il Secolo XX”, “Omnibus”, “Corriere Lombardo” e, nei primi anni Settanta, su “L’Espresso”.

Nel commento finale (“Un cronista d’eccezione”), Anna Longoni scrive: “Non si stupisca, dunque, il lettore di oggi se, nel ripercorrere il racconto di un’Italia che appartiene ormai al passato, verrà colto di sorpresa da alcuni dettagli che lo costringeranno a riconoscere, non senza preoccupazione, riflessi inaspettati anche della nostra contemporaneità”.

Nell’ultima intervista del 1972, Flaiano diceva: “Io mi sento più in armonia quando leggo Giovenale, Marziale, Catullo. È probabile che io sia un antico romano che sta qui ancora, dimenticato dalla storia, a scrivere cose che altri hanno scritto molto meglio: cioè, ripeto, Catullo, Marziale, Giovenale”.

Ennio Flaiano (1910-1972) scrittore, giornalista, umorista, critico cinematografico e drammaturgo scrisse per “Oggi”, “Il Mondo”, “Corriere della Sera”, “L’Espresso”, “L’Europeo”. Le sue opere sono in pubblicazione da Adelphi dal 1994: il titolo più recente è “Il gioco e il massacro” (2014).

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